La transizione energetica ha bisogno di persone smart e sostenibili, ma quali sono le figure e le caratteristiche della società di oggi e come viene vista la società e la transizione ecologica?
Se ne è parlato oggi alla quarta edizione del convegno della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, “Digital Sustainability Day 2025” presso l’Università Sapienza di Roma.
Difatti la ricerca dell’Osservatorio per la Sostenibilità Digitale quest’anno si è focalizzata sulle analisi delle differenze generazionali nella percezione dei temi connessi alla sostenibilità digitale, non a caso il titolo del lavoro è Generazioni.
“Il nostro obiettivo è stato quello di comprendere come il rapporto con il digitale cambi in base all’età e quali siano le sfide e le opportunità che ne derivano. Il risultato è che non esiste un’unica transizione digitale, ma percorsi differenti a seconda delle generazioni, ognuno con le proprie peculiarità e criticità. E con queste, peraltro, i numeri sfatano alcune convinzioni consolidate sulla percezione ed il punto di vista dei giovani su sostenibilità e digitalizzazione” ha commentato Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale.
Quali sono le percezioni e i comportamenti di 4 generazioni di italiani:
La Ricerca Generazioni ha messo in evidenza quattro diverse realtà della nostra società: la Generazione Z (18-28 anni), Millennial (29-44 anni), Generazione X (45-60 anni) e Baby Boomer (61-75 anni).
C’è una netta differenza tra le generazioni. I giovani, ovvero il 48% della Generazione Z e il 33% dei Millennial, sono in gran parte persone che usano molto il digitale e che si impegnano attivamente per la sostenibilità. Al contrario, le generazioni più mature, ovvero il 32% della Generazione X e il 52% dei Baby Boomer, sono per lo più persone che usano poco le tecnologie digitali e non danno molta importanza alla sostenibilità. Indipendentemente dall’età, la ricerca mette in evidenza come quasi un italiano su quattro ritiene che la tecnologia digitale non sia uno strumento utile per perseguire gli obiettivi di sostenibilità.
L’indagine dell’Osservatorio è stata realizzata in collaborazione con l’Istituto di Studi Politici San Pio V. I dati raccolti in modalità CATI/CAMI sono stati analizzati utilizzando l’indice DiSITM (Digital Sustainability Index), ideato della stessa Fondazione.
Rispetto al cambiamento climatico:
circa il 27% degli italiani pensa che, pur essendo un problema serio, il cambiamento climatico non richieda un intervento immediato.
il 31% dei Millennial e il 27% della Generazione Z credono che ci sia ancora tempo per agire, mentre tra gli over 60 la situazione è diversa: il 67% di questi ritiene infatti il cambiamento climatico una priorità assoluta, mentre il 66% dei Baby Boomer considera urgente non solo il clima, ma, ad esempio, anche il problema dell’inquinamento.
Nel cluster Generazione Z e Millennial, chi è maggiormente preoccupato su questi temi presenta indici elevati sia in termini di sostenibilità sia di digitalizzazione.
Nelle Generazione X e Baby Boomer, al contrario, l’ambientalismo si accompagna spesso ad un atteggiamento di forte diffidenza verso il mondo digitale
Il 22% dei più giovani (1 su 5), afferma di conoscere molto bene il concetto di sostenibilità, contro solo l’8% dei più “maturi”. Inoltre, il 34%, solo 1 su 3 degli appartenenti alla Generazione Z dichiara di non conoscere affatto questo tema, rispetto al 54% dei Baby Boomer. Ma meno di un italiano su tre è in grado di correlare le proprie convinzioni alle conseguenze che da essa derivano.
Anche la consapevolezza dell’utilità del digitale è difforme tra le generazioni considerate. Emerge che, pur essendo il digitale visto come un’opportunità – il 94% dei cittadini tra i 18 e i 60 anni e l’87% degli over 60 – gli italiani sono abbastanza convinti che dal digitale derivino perdite di posti di lavoro, ingiustizia sociale, diseguaglianze sociali, con 1 italiano su 8 che ne è molto convinto.
Quale relazione tra sensibilità ambientale e sostenbilità
I Baby Boomer sono quelli che hanno il tasso di non utilizzo degli strumenti digitali più alto: il 35% del totale contro il 9% della Generazione X e il 6% dei Millennial, e quando li utilizzano, lo fanno prevalentemente per svago. Rispetto poi alle competenze informatiche, il 22% dei giovani si dichiara molto competente, con un 60% di giovanissimi che dice di esserlo abbastanza e con i più vecchi che per solo il 2% si dichiara molto competente e 1 ultrasessantenne su 3 si dichiara abbastanza competente.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.