Obiettivi europei contro lo spreco alimentare e i rifiuti tessili

Revisione della direttiva quadro sui rifiuti da parte di Consiglio EU e Parlamento EU

La presidenza del Consiglio EU e i rappresentanti del Parlamento EU hanno raggiunto, il 19 febbraio, un accordo provvisorio sulla revisione mirata della direttiva quadro sui rifiuti, fissando obiettivi europei per la riduzione dello spreco alimentare entro il 2030 e misure per un settore tessile più sostenibile e meno generazione di rifiuti. L’accordo ora dovrà essere confermato, da entrambe le istituzioni, prima di passare alla procedura di adozione formale.

spreco alimentare
Foto di Kostiantyn Li su Unsplash.

Meno spreco alimentare entro il 2030

In tema della riduzione di spreco alimentare, gli obiettivi concordati dalle due istituzioni al 2030 prevedono:

  • riduzione del 10% degli scarti di lavorazione e produzione, rispetto alla quantità media di scarti alimentari generati nel 2021-2023;
  • riduzione del 30% pro capite dei rifiuti provenienti dal commercio al dettaglio, dai ristoranti, dai servizi di ristorazione e dalle famiglie, rispetto alla quantità media di rifiuti alimentari generati sempre a confronto con il periodo 2021-2023.

Questi obiettivi sono i primi in assoluto ad essere stabiliti a livello UE. L’accordo prevede anche la donazione volontaria di cibo invenduto, che sia sicuro, per il consumo umano come aspetto importante della riduzione dello spreco alimentare. Ogni anno nell’UE vengono generati oltre 59 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, che rappresentano una perdita stimata di 132 miliardi di euro.

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Nuove regole anche per i rifiuti tessili: la responsabilità estesa

L’accordo provvisorio stabilisce norme armonizzate sulla responsabilità estesa del produttore per i tessili e i marchi di moda. Saranno cioè ritenuti responsabili dei loro rifiuti e saranno tenuti a pagare una tariffa per contribuire a finanziare la raccolta e il trattamento, che “dipenderà da quanto circolare e sostenibile sarà la progettazione del loro prodotto” si legge nella nota del Consiglio EU. L’intento è arrestare la quota di 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all’anno a livello europero. Solo abbigliamento e calzature rappresentano 5,2 milioni di tonnellate di rifiuti, equivalenti a 12 kg di rifiuti a persona ogni anno.

Per affrontare la sovrapproduzione di rifiuti tessili e le pratiche di moda ultra-veloce e veloce, le due istituzioni intendono impedire la generazione dello scarto di prodotti tessili prima che questi raggiungano la loro potenziale durata di vita. Gli Stati membri possono adattare le tariffe corrisposte dai produttori, in base alla durata di utilizzo dei prodotti tessili. L’accordo provvisorio prevede condizioni di  ìparità, includendo tutte le aziende nell’ambito dei regimi di responsabilità estesa del produttore. In base a questo quadro armonizzato, tutte le aziende, comprese quelle più piccole, avrebbero accesso alle risorse e alle infrastrutture necessarie per un corretto trattamento dei rifiuti tessili. Per ridurre gli oneri amministrativi, le microimprese avranno un anno in più per conformarsi a tali obblighi dopo l’istituzione dei regimi di responsabilità estesa del produttore, quindi 3 anni e mezzo dopo l’entrata in vigore delle nuove norme.

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