Snam, focus su sostenibilità e innovazione nel Piano Strategico 2025-2029

Previsti 12,4 miliardi di euro di investimenti totali. L’amministratore delegato Stefano Venier: “Momento cruciale per il settore energetico”

12,4 miliardi di euro di investimenti totali (al netto di circa 1 miliardo di finanziamenti pubblici), con un target di crescita dell’attività regolata del 6,4% annuo. Sono questi i principali obiettivi fissati da Snam all’interno del proprio Piano Strategico 2025-2029, presentato a Palazzo Mezzanotte a Milano, sede di Borsa Italiana, nella giornata di mercoledì 22 gennaio.

Si tratta dell’impegno economico più consistente nella storia della società: gli investimenti sono cresciuti di 900 milioni di euro rispetto al precedente piano 2023-2027, dopo le iniziative adottate per rispondere alla crisi energetica del 2022. Un piano ambizioso in un momento cruciale per il settore energetico – ha dichiarato Stefano Venier, Amministratore Delegato di Snam –. Investiremo 12,4 miliardi di euro per un’infrastruttura paneuropea in grado di gestire molecole tradizionali e decarbonizzate come gas naturale, biometano, idrogeno e CO2, garantendo sicurezza e sostenibilità e soddisfacendo al contempo l’evoluzione della domanda energetica. Realizzeremo la nostra ambition creando valore per tutti gli stakeholder, attraverso due leve strategiche: sostenibilità e innovazione.

Il piano si concentra su due ambiti principali: 10,9 miliardi andranno in direzione dello sviluppo sostenibile delle infrastrutture gas e altri 1,5 miliardi saranno destinati agli investimenti nei business della transizione energetica.

Crescono quindi le risorse sul fronte green. Circa 500 milioni riguardano l’ambito CCS (Carbon Capture and Storage, anche per lo sviluppo dell’infrastruttura di stoccaggio a Ravenna in partnership con Eni), 380 milioni il segmento italiano del SoutH2 Corridor (una pipeline dedicata al trasporto di idrogeno), 270 milioni si inseriscono nel business del biometano e 250 milioni hanno a che fare con il settore dell’efficienza energetica (attraverso la controllata B Corp Renovit, di cui Snam detiene il 60%).

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Un momento della presentazione alla stampa. Foto di Alberto Cantone

Focus anche sull’innovazione: Snam metterà sul banco 338 milioni di euro in iniziative di innovazione comprovata (proven innovation) e 62 milioni sul fronte dell’innovazione esplorativa, con un indirizzo mirato alla digitalizzazione avanzata, all’applicazione dell’intelligenza artificiale e alle tecnologie per lo sviluppo di molecole decarbonizzate.

Lato sostenibilità, gli obiettivi prevedono una riduzione del 40% delle emissioni Scope 1 e 2 entro il 2030, una riduzione del 30% delle emissioni Scope 3 entro il 2030, il raggiungimento del Net Zero per tutte le emissioni entro il 2050 e il raggiungimento di un impatto netto positivo sulla biodiversità entro il 2027.

Rispondendo alle domande dei giornalisti in sala, Venier ha affrontato anche il tema dello stoccaggio, spiegando come gli approvvigionamenti di gas italiani siano leggermente sopra la media europea, dato che ci colloca in una condizione di vantaggio rispetto agli altri Paesi.

“Un sistema è resiliente nella misura in cui ha delle flessibilità e delle possibilità di compensare da una parte all’altra ha detto il numero uno di Snam –. Di fronte a una situazione dove la domanda cresce a livello globale e ha ripreso nell’ultimo trimestre del 2024, è chiaro che bisogna guardare anche ad altre modalità di approvvigionamento. Questo è emerso in modo molto chiaro in occasione della crisi russo-ucraina: la modalità più rapida per rispondere all’obiettivo di diversificare era quello del Gnl. Costruire una nuova pipeline richiede 10-15 anni, mentre abbiamo messo in funzione una nave-rigassificatore in 6 mesi”.

L’impatto di un eventuale accordo di pace in Ucraina è, secondo Venier, uno scenario da considerare, anche se non vorrà dire automaticamente che grossi volumi di gas cominceranno a riprendere. Occorrerà valutare le condizioni di pace, le decisioni della leadership in Russia e le scelte conseguenti dei paesi occidentali. Per noi comunque significherebbe che possiamo bilanciare meglio i flussi sud-nord. Ora è predominante il flusso da sud a nord, ma se abbiamo più gas da nord possiamo avere un sistema più ottimizzato.

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Spazio, infine, a un commento sul ruolo degli Stati Uniti e sulla volontà di Washington di rafforzare la propria esportazione di Gnl: Il fatto che gli Usa siano diventati il maggior esportatore mondiale di gas liquefatto e che abbiano intenzione da qui ai prossimi 5 anni di incrementare di un ulteriore 50% la loro capacità di esportazione, io la vedo come un’opportunità: abbiamo la facoltà di approvvigionarci con quantitativi aggiuntivi su quel mercato – ha concluso. Tutto ciò che aumenta la possibilità di diversificazione chiaramente è benvenuto. Più il mercato è liquido più il prezzo dovrebbe essere competitivo.


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Giornalista professionista dal 2022. Da sempre appassionato di tecnologia e cultura digitale, scrive di innovazione, Big Tech ed energia. Ha collaborato con varie testate tra cui Linkiesta, il Foglio e Wired Italia