Un modello innovativo per standardizzare i dati di bio-logging, ossia le informazioni raccolte tramite sensori applicati agli animali che permettono di monitorare comportamenti e interazioni con l’ambiente. Informazioni che risultano fondamentali per documentare e proteggere la biodiversità a livello globale. Lo propone l’articolo scientifico prodotto dai ricercatori di oltre 30 istituti di ricerca internazionali e pubblicato sulla rivista Nature Ecology & Evolution.
Le interazioni tra animale e ambiente
Il bio-logging è la tecnologia che consiste nel dotare un animale di un dispositivo elettronico che registra in memoria parametri fisici e/o fisiologici in funzione del tempo. I ricercato possono così ricostruire l’attività dell’esemplare, le caratteristiche dell’ambiente in cui si muove e le interazioni con esso. La prima autrice dell’articolo è la ricercatrice Francesca Cagnacci, responsabile dell’unità di ricerca di ecologia animale del Centro ricerca e innovazione Fem, nonché presidente della Società internazionale di bio-logging (Ibls), insieme a Sarah Davidson (Max planck institute of animal behavior).
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Bio-logging e adozione dei principi Fair
Con tale pratica scientifica si ottengono così grandi quantità di dati di bio-logging. L’articolo si concentra sull’adozione dei principi Fair (findable, accessible, interoperable, reusable), già centrali in progetti europei e collaborazioni scientifiche, al fine di migliorare l’accessibilità, l’integrazione e l’utilizzo a lungo termine di queste informazioni: “La proposta è di considerare queste ‘tracce’ come se fossero dei veri e propri ‘archivi di vita vissuta’, analogamente a quanto si fa in un museo” dichiara nella nota stampa Francesca Cagnacci, evidenziando che, in tal senso, “possono essere considerati un patrimonio comune, che non può rischiare di andare perso. Questo è possibile unicamente tramite una gestione standardizzata e condivisa”.
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Biodiversità, una governance per la conservazione dei dati
L’articolo scientifico sottolinea dunque l’importanza di una governance globale per garantire la conservazione e la condivisione sicura dei dati: “La fondazione Mach ha dato un contributo significativo in questa direzione tramite le attività dell’unità di ricerca ecologia animale, promuovendo la definizione di standard condivisi e coinvolgendo partner dal mondo istituzionale e accademico a beneficio della ricerca in campo ecologico e in generale della tutela della biodiversità” conclude la nota.
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