La squadra internazionale di scienziati e scienziate che hanno preso parte alla quarta campagna del progetto Beyond EPICA (European Project for Ice Coring in Antarctica) – Oldest Ice, coordinato dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp), ha raggiunto un risultato storico per le scienze del clima: le ricercatrici e i ricercatori impegnati nell’area di Little Dome C sono riusciti a estrarre una carota di ghiaccio di lunghezza pari a 2.800 metri, raggiungendo il bedrock del continente antartico.
Un archivio senza eguali delle temperature e delle concentrazioni di gas serra
I campioni prelevati, come reso noto dal Cnr il 9 gennaio, rappresentano un archivio senza eguali della storia climatica della Terra. Saranno in grado di fornire informazioni preziose sulle temperature atmosferiche e sulle concentrazioni di gas serra nell’arco degli ultimi 1,2 milioni di anni, aiutando gli scienziati a comprendere anche le motivazioni che portarono a un rallentamento dei cicli glaciali durante la transizione del medio Pleistocene.
“Il ghiaccio è un materiale straordinario poiché è l’unico a contenere contemporaneamente le cause e gli effetti del cambiamento climatico. Il materiale costituente le calotte polari, infatti, è frutto del lento e progressivo processo di trasformazione della neve a nevato e poi a ghiaccio e che, nel continente antartico, può richiedere centinaia di anni. Durante questo processo, rimangono intrappolate all’interno del ghiaccio delle bolle d’aria, che costituiscono dei veri e propri campioni della composizione chimica dell’atmosfera nel momento storico in cui si è verificata la nevicata. Analizzando la composizione degli isotopi stabili di ossigeno e idrogeno degli strati nevosi che si depositano successivamente sulle calotte di ghiaccio, è inoltre possibile risalire alle temperature del passato”, chiarisce Marco Bongio, dottorando presso il Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale del Politecnico di Milano e membro della Commissione scientifica del Servizio glaciologico lombardo.
“Ecco perché il ghiaccio può essere considerato un archivio climatico, ove i suoi ‘registri’ permettono una ricostruzione a elevata risoluzione temporale estremamente accurata e precisa. Tale archivio, tuttavia, è minacciato dal cambiamento climatico stesso: la regressione dei ghiacciai, infatti, non solo minaccia la riserva idrica in sé, ma determina la scomparsa di tutte le informazioni che il ghiaccio ha conservato per milioni di anni”. È proprio per questo che il Cnr-Isp si sta impegnando a raccogliere e conservare campioni di ghiaccio prelevati dai ghiacciai di tutto il mondo prima della loro scomparsa.
Leggi anche: Non è vero che i ghiacciai lombardi sono in salute
Il contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici
L’individuazione del punto migliore in cui effettuare il carotaggio a Dome C ha richiesto diverse stagioni di lavoro, con l’applicazione di tecnologie avanzate di radio-eco-sondaggio e modellazione del flusso glaciale, come ha spiegato il professor Frank Wilhelms, coordinatore delle attività sul campo. Il suo team ha compiuto un’impresa eccezionale: oltre duecento giorni di operazioni di perforazione e analisi delle carote di ghiaccio distribuiti su quattro stagioni di lavoro nell’ambiente ostile dell’altopiano centrale antartico, a un’altitudine di 3.200 metri sul livello del mare e con una temperatura media estiva di -35 °C.
Se le precedenti campagne di Beyond EPICA avevano permesso di ricostruire in maniera precisa e dettagliata i cicli climatici degli ultimi 800mila anni e dimostrare la correlazione tra le variazioni della concentrazione di CO2 e i mutamenti di temperatura, “il primo grande risultato della quarta campagna, per nulla scontato, è stato quello di avere una conferma sulla bontà del campione prelevato e sull’esito della datazione preliminare effettuata: il nuovo record, che copre il periodo da 800mila a 1,2 milioni di anni fa, è stato trovato esattamente dove era stato previsto, nella fascia di profondità compresa tra 2.426 e 2.490 metri”, continua Bongio.
Le carote di ghiaccio saranno trasportate in Europa a bordo della nave rompighiaccio Laura Bassi, mantenendo la catena del freddo a -50 °C, come ha spiegato Gianluca Bianchi Fasani, responsabile della logistica ENEA per Beyond EPICA. Analizzandole, sarà possibile ottenere dati utili anche a sviluppare strategie più efficaci contro la crisi climatica, che sta esacerbando fenomeni come la grave siccità che ha contribuito ai distruttivi incendi californiani. “L’unico modo per prevedere con buona accuratezza come il sistema Terra risponderà nel futuro alle forzanti naturali, ma soprattutto antropiche, dipenderà dall’accuratezza con cui siamo in grado di riprodurre cosa è già accaduto nel passato”, conclude Bongio.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.