Il fotovoltaico è un settore maturo come tecnologie e filiera, quasi comparabile all’automotive con i sui 80 mila impiegati solo nel nostro Paese. Con queste premesse Valentina De Carlo consigliera di Anie Rinnovabili e marketing director di Senec Italia, illustra la visione della associazione per affrontare il 2025.
Questo sarà l’anno in cui la “semplificazione” del Fer X e del decreto Aree idonee “andrà digerita e possibilmente rielaborata dal comparto e dal Sistema Paese. Ci rendiamo conto che non è semplice semplificare” rimarca a Canale Energia la consigliera Anie Rinnovabili, ma si può e si deve fare di meglio “per un comparto che ha il suo peso di occupati e industria nel nostro Paese”. Inoltre ricorda “queste misure hanno avuto un impatto anche su impianti già approvati”.
Non solo regolazione, ma anche sentiment comune
Tra le sfide del comparto non c’è solo l’aspetto regolatorio ma anche quello di accettazione sociale. “Spesso combattiamo pregiudizi non supportati da dati. Si parla di fotovoltaico selvaggio a discapito dell’agricoltura, ma se vedi i dati delle istallazioni non è così. Ad oggi il fotovoltaico copre solo lo 0,4% dei terreni incolti e basterebbe il 2% per raggiungere gli obiettivi del PNIEC entro il 2030”.
Su questo sono stati fatti diversi passi in avanti come ricorda la De Carlo. Ad esempio è stato aperto un dialogo con Coldiretti “che prima non c’era“. Per favorire la diffusione della cultura e delle sinergie costruttive tra le due realtà.
Lo sviluppo della filiera italiana
Centrale quindi favorire lo sviluppo della filiera italiana. Ci sono misure che anche in passato hanno dimostrato la loro efficacia come “le detrazioni fiscali, la cessione del credito e la sinergia tra efficientamento e rinnovabili che insieme rappresentano le due strade della transizione energetica. Perché quindi non incentivare un’azione combinata tra le due? Magari favorendo incapienti e famiglie a basso reddito” suggerisce.
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Costo di un impianto, come fare la valutazione corretta
Scegliere la tipologia e la fornitura di un impianto fotovoltaico non è banale. “Dipende da elementi complessi che non possiamo controllare, come il costo dell’energia che comunque è sempre andato ad aumentare” spiega la consigliera di Anie anche nei sui panni di marketing director di Senec Italia.
“Il costo di un impianto dipende da tanti fattori. I pannelli come le diverse componenti sono disponibili con varie peculiarità e possono incidere in modo diverso sui costi. Anche la complessità dell’installazione impatta. Banalmente anche solo il cablaggio e il posizionamento dell’accumulo sono fattori per cui cambia il costo complessivo e quindi anche i tempi del ritorno di investimento”.
Il ruolo dell’accumulo
“Il costo maggiore è la presenza di un accumulo, ma questo favorisce un aumento dell’autoconsumo che passa da una media del 30%, all’80%”.
Senza contare che alcuni accumuli possono essere dotati di funzionalità aggiuntive “ad esempio come Senec Italia offriamo un sistema di monitoraggio e uno di back up in caso di salto energia. la cosiddetta “tutela del freezer”. Ci possono essere anche opzioni di ricarica elettrica, controllo da remoto della ricarica. Anche scegliere di usare l’energia solo per la ricarica della e-car. Si tratta di un accumulo che funziona come un cervello della casa e permette di ottimizzare tutta la gestione del carico dei diversi strumenti presenti.”
Come valutare la scelta di un pannello
Per scegliere un pannello è utile guardare alla qualità complessiva dell’apparecchio. “Ad esempio verificando le performance nel tempo. Per farlo è utile verificare quali garanzie di mantenimento di efficienza ci siano nel tempo e quali sono le indicazioni di decadimento. Utile anche valutare se ci sono garanzie e qualità costruttiva e relativi test fatti” consiglia.
Un esempio di costo di impianto
Fatte tutte le valutazioni di cui sopra se volessimo pensare a un impianto per coprire un consumo annuale di 5.500kW/h alle coordinate geografiche e con le caratteristiche come da immagine sotto.
Avremo per un impianto composto da 13 moduli con sistema di accumulo ibrido una valutazione di investimento totale pari a € 17.001,20 che con il bonus 50% diventerebbero € 8.500,60 finanziati in 120 rate. Con un impianto come questo è possibile ottenere un risparmio totale di 28.119€ in vent’anni.
Impianti di condominio, a cosa fare attenzione
Per quanto siano state semplificate molto le normative sulla realizzazione di impianti condominiali “l’amministratore si deve assicurare che l’impianto non vada a modificare la stabilità e la struttura del tetto. Deve anche assicurare che tutti i condomìni usufruiscano dello stesso diritto”.
In questo una risposta la offre il gruppo di auto consumatori collettivi, che sono una sorta di comunità energetiche su tetti condominiali che interessano i soli utenti del condominio. “Tendenzialmente in questo caso si può fare un impianto a cui non è necessario che tutti i condomìni partecipino nella realizzazione. Possono comunque usufruirne tutti per i consumi. In questo caso diventa anche possibile usufruire di tutta la superficie del tetto”. Anche perché ricordiamo la legge favorisce il consumo sul posto quindi il vero vantaggio economico si ha producendo e consumando il più possibile la propria energia.
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