Il 75% delle piccole e medie imprese italiane concorda sul fatto che il cambiamento climatico inciderà sul progresso economico dei prossimi dieci anni. La stessa percentuale ritiene, inoltre, che il Green deal europeo rappresenti un’opportunità industriale per l’Italia e oltre il 70% è sicuro che accelerare la transizione energetica sia una strategia vincente per lo sviluppo del Paese. Sono le maggiori evidenze dell’analisi condotta da Italy for Climate, iniziativa della fondazione per lo Sviluppo sostenibile, e Cna.
Criticità della transizione: livello di informazione è inadeguato
Tra le criticità emerse sull’attuazione di politiche ambientali, le imprese evidenziano in primo luogo un’informazione spesso non adeguata sul tema. Il 50% delle Pmi ritiene infatti che il livello di informazione sui temi della transizione energetica sia inadeguato: solo il 25% reputa che gli imprenditori siano sufficientemente informati. Altri temi su cui le PMI chiedono di intervenire sono: gli ostacoli amministrativi e burocratici, le difficoltà ad accedere ai meccanismi di sostegno e i costi degli investimenti iniziali.
Gli ostacoli alla decarbonizzazione: il punto di vista delle Pmi
Secondo i dati della rilevazione, tra gli ostacoli principali alla decarbonizzazione, le Pmi individuano gli alti costi di investimento (31%) e la complessità burocratica (28%). Nonostante ciò, molte aziende hanno già avviato iniziative per ridurre il proprio impatto ambientale, tra cui il monitoraggio dei consumi energetici (27%), interventi di efficientamento energetico (19%) e l’installazione di impianti a fonti rinnovabili (18%). Tuttavia, il 23% delle imprese non ha ancora avviato alcuna iniziativa su questo fronte.
Transizione energetica, rinnovabili e ruolo degli imprenditori
A livello geografico, il Mezzogiorno d’Italia mostra una maggiore fiducia nel Green deal, nelle fonti rinnovabili, nella transizione energetica e nel ruolo attivo degli imprenditori. Mentre il campione del nord si mostra leggermente più scettico sugli stessi temi. Più in generale, oltre il 50% concorda che le rinnovabili “costano” meno di quelle fossili e che è possibile arrivare ad una produzione 100% alimentata da fonti pulite.
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