Sono state presentate il 20 novembre, a Roma, le Linee guida per la valutazione e la mitigazione del rischio valanghe di neve sulle infrastrutture e costruzioni, elaborate dal politecnico di Torino in collaborazione con il dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie (Dara) della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Valanghe di neve: ricerca, analisi e valutazione
L’attività di ricerca è stata condotta dal centro Siscon del politecnico di Torino e si è sviluppata lungo due direttrici principali:
- l’analisi della dinamica evolutiva delle valanghe (innesco, distacco, scivolamento e impatto) e il calcolo del grado di rischio associato ai manufatti;
- la valutazione della resilienza delle costruzioni civili e delle infrastrutture, comprendenti le strategie di protezione e mitigazione del rischio valanghe.
Nei lavori è stato privilegiato l’approccio della cosiddetta “cultura giusta”, ossia l’individuazione ponderata di una soglia di rischio accettabile dalla società, vale a dire la tollerabilità. Tale principio riconduce alla necessità di quantificare l’entità in modo scientifico, attraverso tre componenti fondamentali: hazard (la pericolosità), vulnerabilità, valore esposto.
Politiche e sviluppo delle aree montane: mitigazione del rischio
Il Dara, che ha collaborato alla stesura delle Linee guida, ha all’attivo collaborazioni strategiche con enti, istituti di ricerca e università. Il percorso intrapreso è quello di favorire la diffusione di una cultura innovativa oltre a promuovere azioni congiunte a beneficio della collettività, con un focus particolare sul supporto alle politiche e allo sviluppo delle aree montane.
Come sottolineato alla presentazione, le Linee guida per la valutazione e la mitigazione del rischio valanghe di neve sulle infrastrutture e costruzioni volgono lo sguardo alla programmazione. In particolare, interventi di prevenzione dei rischi e di manutenzione. Ma anche affrontare le tematiche relative alla presenza della neve al suolo, alla sicurezza della popolazione, dei centri abitati. Si tratta di “temi cruciali per i sindaci e per gli enti competenti sul territorio, in particolare dei comuni montani di piccole dimensioni, sempre più esposti a queste problematiche” conclude la nota stampa.
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