Condomini ed edifici multifamiliari possono ridurre il proprio consumo di energia fino al 40%, con punte fino ad oltre il 60%, con interventi di efficientamento della parte impiantistica. Tra questi, la sostituzione di radiatori e caldaie a gas con pannelli radianti, pompe di calore e ventilazione meccanica controllata. Lo dimostra lo studio condotto dal politecnico di Torino in partnership con Q-rad, il consorzio che riunisce le aziende del settore del raffrescamento e del riscaldamento radiante operanti sul territorio italiano.
Promuovere l’efficienza energetica del patrimonio edilizio
L’analisi ha l’obiettivo di valutare gli effetti della nuova Energy performance of buildings directive sui condomini del patrimonio edilizio italiano, composto per lo più da edifici poco performanti dal punto di vista energetico. La direttiva mira, nello specifico, non solo a ridurre le emissioni di gas serra, ma anche a promuovere l’uso di fonti rinnovabili e tecnologie innovative. A partire dal 2030, tutti gli edifici nuovi dovranno soddisfare i requisiti di edifici a energia quasi zero (Nzeb), mentre gli edifici esistenti dovranno subire interventi di ristrutturazione verso adeguati livelli di efficienza energetica, con una riduzione dei consumi del 16% entro il 2030 e fino al 22% entro il 2035.
Lo studio si è concentrato su due casi studio: due tipologie di edifici definiti “blocchi di appartamenti” localizzati in tre diverse zone climatiche (Torino, Roma e Palermo) e risalenti a due epoche di costruzione 1946-60 e 1961-75, con classi energetiche F/G ed E. La strategia di riqualificazione degli impianti è stata suddivisa in tre step. Il primo con la sostituzione di radiatori e caldaie a gas con impianti di climatizzazione radiante e pompe di calore elettriche reversibili. Il secondo step con l’aggiunta di ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore. Il terzo, infine, con l’installazione di un impianto fotovoltaico con potenza di picco pari a 21,8 kW.
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Le strategie per la riduzione del consumo di energia primaria
Si è accertato che la riduzione dei consumi di energia primaria è considerevole già dopo il primo step: fino al 40% nell’edificio più vecchio, a seconda delle zone climatiche, fino al 29% nell’edificio più recente, innalzando la classe energetica a D. Dopo il secondo step, con l’aggiunta della ventilazione meccanica controllata, si arriva a punte del 41% (nell’edificio di Palermo). La riduzione aumenta ulteriormente con l’integrazione del solare fotovoltaico, fino a -64% per l’edificio più vecchio in zona climatica Palermo, e intorno al -55% per il secondo edificio, con classi energetiche B o addirittura A1.
Lo studio punta a dimostrare come la soluzione impiantistica composta da pompa di calore, sistema radiante e ventilazione meccanica controllata consenta di avere un’efficienza elevata che garantisce un contributo importante alla diminuzione dei consumi di energia primaria sull’intero territorio italiano, un comfort termico elevato, e conseguenti benefici sulla qualità dell’aria e sulla salute.
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