Se si modificasse l’itinerario del 3% dei voli, entro il 2040 si potrebbe abbattere di oltre il 50% l’effetto climalterante delle contrail, le scie di condensazione lasciate in cielo dagli aerei. È il clamoroso risultato che scaturisce dal nuovo report di T&E, secondo cui il carburante addizionale utilizzato per variare gli itinerari corrisponderebbe ad un incremento di appena lo 0,5% dei consumi, su base annua, dell’intera aviazione civile globale. A fronte di un incremento di carburante del 5% circa, i singoli voli potrebbero ridurre dell’80% gli effetti delle scie.
Contrail, metà del riscaldamento globale
dalle tratte più battute
Per la federazione, evitare la formazione di contrail è una “no regrets strategy”, poiché l’effetto climatico netto è sempre positivo, dato che “i benefici derivanti dalla mancata formazione di scie sono sempre maggiori, tra le 15 e le 40 volte, degli impatti delle emissioni addizionali di CO2 generate dal cambio delle traiettorie di volo” si legge nella nota stampa. Inoltre, con il miglioramento delle tecnologie di osservazione, come satelliti e telecamere da terra, ma anche di previsione metereologica e relative ai sensori di umidità, i benefici saranno ancora maggiori.
Il report rileva che i voli su Nord America, Europa e Atlantico settentrionale, nel 2019, hanno causato oltre la metà del riscaldamento globale derivante da contrail: “Anche gli orari di volo concorrono a determinare gli effetti climatici delle scie: quelle formate dai voli serali e notturni hanno l’impatto maggiore” si legge a commento. Altrettanto vale per la stagionalità, secondo l’analisi le scie con l’effetto più pronunciato tendono a formarsi in inverno. Non solo, si stima che il forzante radiativo effettivo delle scie di condensazione, relativo all’anno 2018, è stato addirittura maggiore di quello della CO2 storica emessa dal settore dal 1940 al 2018.
Evitare la formazione di scie deviando la traiettoria dei voli
è economico
Lo studio rileva che deviare la traiettoria di un volo intercontinentale da Roma a Montreal, con il fine di ridurre la formazione di scie, costerebbe 2 euro a biglietto oppure meno di 1 euro se si tratta di un volo intraeuropeo come, ad esempio, Milano-Stoccolma. Il valore tiene conto sia dei costi legati all’incremento di carburante, sia quelli di tutte le tecnologie necessarie per evitare la creazione di contrail: “Per ogni tonnellata di CO2 equivalente abbattuta, questa strategia è oltre 15 volte più economica di altre soluzioni climatiche come la cattura e lo stoccaggio del carbonio” chiarisce T&E. Tuttavia, come auspica la federazione, “evitare la formazione di scie di condensazione è una soluzione che andrebbe adottata su larga scala nell’arco di questo decennio, agendo con decisione per limitare l’impatto del settore aereo nel breve termine”.
Compagnie aeree, startup e altri soggetti stanno già attuando progetti per ridurre la formazione di contrail. Nel 2023 è stato condotto un test su 70 voli, in cui è stata evitata la formazione del 54% di contrail con una penalità, in termini di consumo di carburante, stimata al 2%. Per garantire che la prevenzione della formazione di scie avvenga su larga scala, T&E raccomanda che il monitoraggio delle stesse avvenga su tutti i voli in partenza e in arrivo nell’UE a partire dal 2027; e che le autorità regolatorie adottino misure di prevenzione della formazione di contrail nello spazio aereo europeo: “L’UE dovrebbe inoltre finanziare la ricerca in questo campo e offrire incentivi a produttori e compagnie aerei che per primi si impegneranno su questo fronte, almeno sin quando le tecnologie non diventeranno il nuovo standard” conclude la nota stampa.
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