L’Europa annuncia la nuova roadmap per la riduzione delle emissioni di metano

Nel corso di COP 29 viene lanciata la Methane Abatement Partnership Roadmap dell’UE

Nella giornata dell’incontro USA Cina sulla riduzione delle emissioni di metano la UE annuncia l’arrivo della nuova roadmap per il partenariato nel settore della riduzione del metano che coinvolga anche ONG e banche di sviluppo.

La roadmap ha il compito di accelerare ulteriormente la riduzione delle emissioni di metano associate alla produzione e al consumo di energia fossile.


La proposta della Commissione europea a Baku nel corso di COP 29 ieri 12 novembre, con il sostegno di Italia, Canada, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti.

A partire dalla ‘Dichiarazione comune degli importatori ed esportatori di energia sulla riduzione delle emissioni di gas serra dai combustibili fossili’ firmata da gli Stati Uniti, l’Unione europea, il Giappone, il Canada, la Norvegia e Singapore alla COP27. L’anno seguente la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha lanciato l’impegno formale nel corso della  COP28 a Dubai. Ora dopo la Roadmap annunciata ieri il prossimo impegno entro COP30 in Brasile sarà mostrare i primi esempi di implementazione del partenariato.

Cosa prevede la nuova road map

La nuova tabella di marcia fornisce un modello per la cooperazione tra i paesi importatori ed esportatori di combustibili fossili, che sosterrà le imprese nel migliorare i loro sistemi di monitoraggio, rendicontazione e verifica per ridurre le emissioni di metano. 
L’obiettivo è ridurre le emissioni di metano in tutta la catena di approvvigionamento del petrolio e del gas naturale. L’intento è coinvolgere gli altri paesi e parti interessate a sostenere la tabella di marcia e a presentare esempi di attuazione alla COP30.

Questi i target della nuova road map:

  1. Istituire quadri di cooperazione tra i paesi importatori ed esportatori di combustibili fossili per rafforzarne il sostegno all’industria con l’iniziativa di riduzione delle emissioni provenienti dalle attività esistenti nelle catene di approvvigionamento pertinenti.
  2. Sostenere l’adozione di sistemi per migliorare la trasparenza dei dati basati su misurazioni delle emissioni di metano associati a tutta la catena di approvvigionamento dei combustibili fossili scambiati a livello internazionale. Riconoscendo l’importanza della qualità dei dati nel cammino verso emissioni più basse.
  3. Incoraggiare il rafforzamento o lo sviluppo di politiche e misure pertinenti, compreso un monitoraggio solido, del Sistema di segnalazione e verifica (MRV). Tali approcci potrebbero includere una raccolta di dati solida attraverso la regolamentazione. Costruire sulla Partnership Metano 2.0 (OGMP 2.0) principi come wellas utilizzando satellite, aereo e drone dati per garantire informazioni di base affidabili sulle emissioni esistenti. Altri quadri, come quello di cui allo sviluppo da parte della catena di approvvigionamento internazionale GHG Emissioni MMRV può essere utilizzato. Le politiche e le misure potrebbero essere integrate con l’istituzione di dialoghi con altre giurisdizioni, la condivisione delle conoscenze e le migliori prassi.
  4. Incoraggiare e collaborare con gli operatori interessati per elaborare un piano di progetto valido per ridurre le emissioni di metano provenienti da combustibili fossili esistenti. Questo si sintetizza in un calendario definito, un piano di investimento e le risorse umane necessarie, nonché la quantità di emissioni ,per quanto possibile, da ridurre. Il fine è  garantire l’efficacia e rapidità di questo passo. Il paese produttore potrebbe utilizzare gli strumenti e i quadri esistenti, in collaborazione con le parti interessate come organizzazioni quali l’Agenzia internazionale del l’energia, l’Organizzazione per la cooperazione economica e Sviluppo, l’osservatorio internazionale delle missioni di metano del l’UNEP e il programma UNEP per il clima e la qualità dell’aria
    Coalizione, nonché con altre organizzazioni e operatori pertinenti. Allo stesso tempo, le aziende e i privati gli investitori si adopererebbero per creare condizioni finanziarie adeguate in grado di mobilitare gli investimenti necessari.
  5. Garantire gli investimenti necessari per i progetti di riduzione delle emissioni nei paesi produttori, unitamente alle pertinenti operatori, utilizzando la misurazione e la comunicazione per individuare le misure di riduzione. La Banca mondiale potrebbe essere uno dei partner finanziari chiave per i paesi in via di sviluppo attraverso il nuovo fondo fiduciario globale per la combustione e la riduzione del metano, e gli investitori privati possono fornire capitale attraverso strumenti di sostenibilità.
  6. Seguire l’attuazione del quadro di cooperazione, garantendo in modo trasparente che le emissioni siano state ridotte, contribuendo così alla decarbonizzazione globale e a una maggiore sicurezza. Le organizzazioni interessate, come l’Osservatorio internazionale delle emissioni di metano del l’UNEP, potrebbero fornire un quadro generale delle relazioni globali e relazioni sui progressi compiuti per garantire riduzioni delle emissioni efficaci.

Ridurre le emissioni di metano un target globale che vede l’Italia in prima fila

L’impegno globale sulle riduzioni di metano che vede tra i maggiori fautori UE e USA, coinvolge oltre 150 paesi. Si tratta di ridurre il metano antropogenico di almeno il 30% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2020.

In questo scenario l’Italia tra i paesi che supportano l’iniziativa può giocare un ruolo importante e che a breve deve affrontare le prime scadenze a febbraio 2025 come ricordano gli Amici della Terra su X.

 

Flavia Sollazzo -Senior Director EU Energy Transition EDFE
Flavia Sollazzo -Senior Director EU Energy Transition EDFE

Questa tabella di marcia stabilisce un percorso chiaro per la collaborazione tra importatori ed esportatori, con l’obiettivo di superare le barriere che impediscono un’efficace riduzione del metano. Ma dobbiamo essere molto chiari: il successo dipenderà esclusivamente dalle azioni che sapremo mettere in campo. Un numero maggiore di Paesi deve farsi avanti, impegnarsi e assicurare che ogni decisione sia fondata su basi scientifiche per garantire responsabilità e impatto” ha dichiarato Flavia Sollazzo, senior director EU Energy Transition di EDF Europe.

“L’Italia, in qualità di uno dei più importanti importatori di energia dell’UE, ha l’opportunità di svolgere un ruolo di primo piano e di diventare un punto di riferimento per la sostenibilità ambientale e la transizione energetica nella regione del Mediterraneo”, ha aggiunto Sollazzo. “È essenziale che il governo, le istituzioni e le imprese italiane lavorino insieme, con il sostegno della società civile e dei partner internazionali. Gli sforzi isolati non sono sufficienti; solo un sistema integrato e coordinato garantirà reali progressi nel rispetto degli impegni ambientali”.


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