La Romania vieta l’allevamento di animali per la produzione di pellicce

Si unisce così agli altri 21 Paesi europei che hanno preso questa decisione, con l’obiettivo di tutelare il benessere animale, l’ambiente e la salute umana

Il Parlamento rumeno ha approvato oggi, 22 ottobre, un disegno di legge volto a vietare l’allevamento di visoni e cincillà per la produzione di pellicce, le uniche due specie allevate a tale scopo nel Paese.

Romania pellicce
Foto di Nyusha Svoboda su Unsplash

Il disegno di legge è stato originariamente proposto dopo un’inchiesta di Humane Society International/Europe che ha svelato le condizioni critiche in cui versavano gli animali allevati allo scopo di produrre pellicce in Romania.

L’obiettivo è vietare le pellicce in tutta l’UE

“Il voto di oggi non rappresenta solo un traguardo legislativo, ma anche un’affermazione chiara del crescente impegno del nostro Paese verso il benessere degli animali”, ha dichiarato Andreea Roseti, Direttrice per la Romania di HSI/Europe. “Speriamo che questa legge ci avvicini all’introduzione di un divieto che ponga fine all’allevamento di animali per la produzione di pellicce in tutta l’UE”.

In Italia ci sono ancora dei visoni in gabbia

Contando anche la Romania e l’Italia, sono ventidue i Paesi europei che hanno già vietato l’allevamento di animali per la produzione di pellicce. Nel nostro Paese, tuttavia, si stima ci siano ancora 1.600 visoni detenuti in gabbia negli allevamenti di Capergnanica (CR), Ravenna e Castel di Sangro (AQ), a causa della mancata pubblicazione del decreto attuativo inteso a regolare l’eventuale cessione degli animali a strutture autorizzate.

Leggi anche: L’impronta carbonica della pelliccia animale

I rischi sanitari non devono essere sottovalutati: a novembre 2022, è stato confermato un focolaio di SARS-CoV-2 all’interno di un allevamento nel Comune di Galeata (FC), risultando nell’abbattimento sanitario dei restanti 1.500 visoni della struttura. A maggio 2023 un altro contagio è stato riscontrato a Calvagese della Riviera (BS), portando all’abbattimento di oltre 1.500 visoni.

Oltre ai rischi sanitari, c’è un elevato impatto ambientale

Ricordiamo anche che l’impronta carbonica di un chilogrammo di pelliccia di visone è 31 volte superiore a quella del cotone, 26 volte a quella dell’acrilico e 25 volte a quella del poliestere. La pelliccia di volpe e quella di cane procione producono emissioni atmosferiche circa 104 volte superiori a quelle dell’acrilico, 83 volte a quelle del cotone e 57 volte a quelle del poliestere.


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