L’incontenibile fluttuazione delle riserve idriche

L'Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche evidenzia un Italia sbilanciata tra rischio desertificazione e importanti flussi idrici

“Se l’attualità richiama attenzione alla nuova emergenza idrogeologica, che colpisce il Nord-Ovest d’Italia, nel Mezzogiorno la siccità sta pregiudicando il tessuto sociale ed economico dei territori” è quanto evidenzia Francesco Vincenzi, presidente di ANBI a seguito degli ultimi dati prodotti dall’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche.

Dai dati emerge come ci sia un Paese meteorologicamente diviso a metà, tra rischio per “troppa acqua” nell’Italia settentrionale e “siccità estrema” di cui il caso limite è rappresentato dalla Sicilia.

riserve idriche
Diga, foto Pixabay

La drammaticità della situazione:

  • in Sicilia le residue riserve idriche (meno di 181 milioni di metri cubi, cioè circa il 25% dei volumi invasabili, ma di cui sono utilizzabili solo 55 milioni), si stanno esaurendo più rapidamente di quanto previsto.
  • La Basilicata registra una scarsa capacità di invaso. Il bacino di monte Cotugno sta registrando solo l’11,2% della capacità. Il totale delle riserve idriche lucane è sceso di 150 milioni rispetto l’anno scorso.
  • Anche la Puglia registra un segno meno con soli 40 milioni di metri cubi d’acqua. Il bacino più grande (Occhito) trattiene solo il 13,5% del volume invasabile (250 milioni).
  • Non sta meglio la Calabria dove il fiume Ancinale è quasi in secca. Il Lao è in calo. Solo il Coscile è in aumento con 70 metri cubi al secondo.
  • In calo anche  le altezze idrometriche dei laghi nel Lazio e le Marche.
  • In controtendenza l’Umbria, dove torna finalmente a crescere il livello del lago Trasimeno, che resta comunque cm.77 più basso della norma.
  • La Toscana, colpita da violenti nubifragi registra nell’Aretino pioggia superiore a 60 millimetri in 2 ore. Cresce anche la Dora Baltea in Valle d’Aosta toccando mc/s 27,90. Così i fiumi in Piemonte. Infine sono sovrabbondanti le riserve idriche in Lombardia (+11,8%).

“Quanto tempo e quanta pioggia ci vorrà, affinché i grandi bacini meridionali possano ricaricarsi e tornare ad assolvere al loro compito essenziale per la vita e l’economia del Mezzogiorno? Nel 2025 dovremo assistere alla stessa, sconfortante condizione fatta di turnazioni, limitazioni, interruzioni e provvedimenti emergenziali nella gestione dell’acqua?” si domanda direttore generale di ANBI, Massimo Gargano. 

 


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