Eolico offshore: la Carta EU e il potenziale inespresso dell’Italia

Il nostro Paese potrebbe diventare il terzo mercato al mondo per l’eolico offshore galleggiante: focus sulle iniziative lanciate dalle istituzioni europee per spingere il settore

IL2023 ha registrato il boom di nuovi parchi eolici, con una netta ripresa degli investimenti, merito anche della stabilizzazione dei costi dopo due anni di significativo rialzo dei prezzi dell’acciaio e di altre materie prime. Inoltre, il crescente riconoscimento da parte dei governi della necessità di indicizzare tariffe e prezzi delle aste ha portato a ripristinare la fiducia degli investitori, assegnando la cifra record di 27 GW di energia eolica, per la metà (13,5 GW) relativa a progetti di eolico offshore.

Molto ci si aspetta ora da quanto stabilito nel Pacchetto sull’energia eolica e nella seguente Carta europea dell’energia eolica, tanto che l’Iea stima che l’Europa sarà capace di installare 23 GW all’anno di nuova energia eolica tra il 2024 e il 28.

Eolico offshore: rafforzare l’industria per i target UE

Le azioni previste dal Pacchetto, promosso dalla Commissione europea, mirano a garantire un aumento significativo della produzione annuale e a rafforzare la catena di approvvigionamento dell’energia eolica offshore a livello continentale. Per uno sviluppo accelerato, l’adeguata, chiara ed efficiente progettazione delle aste è un punto chiave. La Commissione ha dunque proposto una serie di criteri di pre-qualificazione per i progetti che determinano se un progetto può partecipare a un’asta di energia eolica, tra cui dati e sicurezza informatica, protezione ambientale e capacità di fornire risultati. Agli Stati membri viene richiesto, quale requisito fondamentale, di indicizzare correttamente i prezzi d’asta e le relative tariffe per riflettere eventuali aumenti dei costi di produzione. Il piano d’azione prevede inoltre una serie di misure per contribuire a finanziare gli investimenti in nuovi poli manifatturieri, infrastrutture, competenze e forza lavoro.

Il raggiungimento dell’obiettivo recentemente concordato dall’UE di almeno il 42,5% di energia rinnovabile entro il 2030, con l’ambizione di raggiungere il 45%, richiederà un massiccio aumento della capacità eolica offshore installata. Il percorso di crescita del settore si trova ad affrontare una serie di sfide: per vincerle, il Pacchetto è stato accompagnato dall’impegno sottoscritto dai ministri dell’Energia dei 26 Stati membri che a dicembre hanno approvato la Carta europea dell’energia eolica. Il documento vincola formalmente i rispettivi Paesi a intraprendere le azioni illustrate. Le principali iniziative, concordate con la Carta, includono la necessità di un’ulteriore semplificazione delle autorizzazioni, il miglioramento della progettazione delle aste per la costruzione di nuovi parchi eolici, il sostegno finanziario pubblico per la produzione di turbine eoliche e per le infrastrutture chiave.

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Il potenziale inespresso dell’Italia fino a 207,3 GW flottante

Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno recentemente raggiunto un accordo provvisorio sul regolamento che istituisce un quadro di misure per rafforzare l’ecosistema europeo di produzione di tecnologie a zero emissioni, meglio noto come Net-zero industry act (Nzia): tra gli obiettivi, viene fissato il target di 36 GW all’anno per la realizzazione di turbine eoliche. Il nuovo regolamento ha lo scopo di fornire condizioni più agevoli e certezza a investitori e a promotori di progetti tecnologici a zero emissioni. Quelli identificati come aventi un maggiore potenziale di decarbonizzazione beneficeranno di procedure di autorizzazione accelerate per la costruzione o l’espansione, e di indicazioni per l’accesso ai finanziamenti.

Il nostro Paese avrebbe un’enorme potenzialità da sfruttare, che però spesso resta inespressa a causa di ritardi burocratici e colli di bottiglia. Per esempio, in tutta Italia, anzi in tutto il Mediterraneo, esiste ad oggi un solo parco eolico offshore: Beleolico, da 10 pale a Taranto, realizzato da Renexia che sta lavorando ad un secondo, da 90 pale e 9 TWh, nel canale di Sicilia. In base agli studi effettuati dal politecnico di Torino, l’eolico offshore flottante avrebbe un potenziale di ben 207,3 GW, pari a 3,4 volte la potenza rinnovabile totale installata nel 2022. Secondo le stime del Global wind energy council, l’Italia potrebbe aspirare a diventare il terzo mercato a livello mondiale per lo sviluppo dell’eolico galleggiante, ma gli attuali ritardi nei progetti potrebbero allontanare ancora di più il raggiungimento di quanto richiesto dai target europei e compromettere l’obiettivo di indipendenza energetica sostenibile.

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Freelance nel campo della comunicazione, dell’editoria e videomaker, si occupa di temi legati all’innovazione sostenibile, alla tutela ambientale e alla green economy. Ha collaborato e collabora, a vario titolo, con organizzazioni, emittenti televisive, web–magazine, case editrici e riviste. È autore di saggi e pubblicazioni.