Rifiuti tessili, l’appello di Erion Textiles in vista del recepimento della Direttiva europea

Il 26 settembre alle 15:30 sarà possibile anche partecipare a un webinar dedicato

L’Italia è tra i Paesi europei che immettono sul mercato il maggior volume di prodotti tessili, pari a circa 23 chilogrammi pro capite ogni anno. La raccolta di rifiuti tessili si ferma però a 2,7 kg pro capite, avverte il consorzio Erion Textiles, in una nota pubblicata il 9 settembre.

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Prodotti tessili e circolarità

Considerando che il settore tessile consuma un ingente quantitativo di materie prime e di risorse idriche, oltre a generare il 10 per cento delle emissioni globali di gas serra, l’applicazione dei princìpi dell’economia circolare in quest’ambito è di fondamentale importanza. È proprio per questo che, a partire dal primo gennaio 2025, tutti i Paesi membri dell’UE dovranno adeguarsi alla Direttiva quadro sui rifiuti.

L’importanza dei tavoli di lavoro nazionali

“È necessaria un’azione sinergica da parte di tutti gli attori per riuscire a implementare la direttiva europea in modo da organizzare al meglio la filiera del fine vita, discutendone i requisiti con il MASE e il MIMIT e allineandosi con tutti i consorzi per creare regole univoche e armonizzate nell’interesse dei produttori”, spiega Luca Campadello, Strategic Development & Innovation Manager di Erion.

“A seguito del Trilogo, riceveremo le indicazioni definitive dall’Europa: è fondamentale essere presenti ora ai tavoli di lavoro nazionali per impostare insieme al Governo quello che sarà il sistema del futuro, arrivando a regole condivise”, conclude Campadello.

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Il ruolo dei consorzi

Secondo il consorzio, sarà importante definire il modello di raccolta e selezione dei rifiuti tessili, e chiarire il ruolo della distribuzione, sia tradizionale sia online. I consorzi si impegneranno a fornire supporto ai produttori lungo il percorso di adesione alle regole del decreto, aiutandoli anche a identificare e sviluppare soluzioni innovative per aumentare la durabilità dei materiali e le possibilità di ripararli e riciclarli. Infine, metteranno a punto delle campagne di sensibilizzazione rivolte ai consumatori finali sulla corretta dismissione dell’abbigliamento a fine vita.


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