Prende il via attività di iniezione della CO₂ in giacimento relative alla Fase 1 di Ravenna CCS. Progetto che vede protagonisti Joint Venture paritetica costituita allo scopo Eni e Snam. La Fase 1 ha l’obiettivo di catturare, trasportare e stoccare la CO₂ emessa dalla centrale Eni di trattamento del gas naturale di Casalborsetti, nel comune di Ravenna, stimata in circa 25 mila tonnellate per anno.
“Un progetto di grande importanza per la decarbonizzazione è diventato realtà industriale” sottolinea in una nota Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni.
“Facciamo leva sulle nostre storiche competenze nel trasporto e nello stoccaggio di
molecole, con particolare riferimento all’area padana, nella quale siamo già radicati con
asset strategici che da decenni sostengono lo sviluppo economico e sociale del Paese” sottolinea Stefano Venier, amministratore delegato di Snam.
Il plauso della politica
“L’avvio delle attività di iniezione della CO2 a Ravenna è un passo importante per l’affermazione di una nuova tecnologia, la ‘Carbon Capture and Storage’, verso cui il governo guarda con grande interesse per raggiungere gli obiettivi climatici”. E’ quanto afferma il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza, Gilberto Pichetto, commentando l’annuncio congiunto di Eni e Snam. “Al MASE– ricorda Pichetto – è stata prevista, attraverso il recente decreto infrastrutture, l’istituzione del Comitato CCS proprio per fare fronte alla grande attenzione riscontrata sul tema, fornendo tutte le migliori garanzie tecnico-scientifiche. Nel nostro PNIEC riserviamo la giusta attenzione al ‘Carbon Capture and Storage’, sia per l’ambizioso progetto in atto in Emilia-Romagna che nella direzione di una robusta cooperazione transfrontaliera” conclude il Ministro che si era già espresso sulla necessità di standard neutri sulla CCS.
“Un’ottima notizia per il contributo fondamentale che questa innovativa prassi di riconversione apporterà al processo di decarbonizzazione del Paese, salvaguardando la competitività del nostro sistema industriale”. Così il viceministro all’Ambiente e Sicurezza Energetica Vannia Gava commenta l’avvio della prima fase sperimentale del progetto. “Grazie alle norme inserite nel Decreto Energia, abbiamo definito e semplificato il quadro autorizzatorio per la tecnologia CCS, che rappresenta ad oggi l’unica opzione immediatamente disponibile per ridurre le emissioni dei settori hard to abate come cementifici e stabilimenti chimici, non elettrificabili o nei settori come quello della carta, in cui una considerevole parte delle emissioni di anidride carbonica è legata al processo industriale” sottolinea il viceministro.
Ravenna CCS un progetto altamente efficiente
“Il progetto sta garantendo un livello di abbattimento superiore al 90%, e con punte fino al 96%, della CO₂ in uscita dal camino della centrale con una concentrazione di carbonio inferiore al 3% ed a pressione atmosferica, le condizioni più severe ad oggi riscontrabili dal punto di vista industriale. Queste performance collocano Ravenna CCS come il primo progetto al mondo su scala industriale con tale efficienza di cattura” spiega la nota congiunta.
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Una volta catturata, l’anidride carbonica viene trasportata, attraverso condotte precedentemente utilizzate per il trasporto del gas naturale e opportunamente riconvertite, fino alla piattaforma offshore di Porto Corsini Mare Ovest, per essere infine iniettata nell’omonimo giacimento a gas esaurito dove viene stoccata permanentemente a circa 3000 metri di profondità.
Mentre la Fase 2 del progetto prevede di stoccare fino a 4 milioni di tonnellate l’anno entro il 2030. Azione per cui la JV avvierà tutte le pratiche necessarie all’ottenimento dei permessi in accordo con il quadro normativo e in collaborazione con gli enti, gli stakeholder e in particolare con il territorio.
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