Secondo le bozze di modifica della legge sull’Energia, la Serbia starebbe virando sul fossile revocando il divieto di costruzione di centrali nucleari nel Paese. Lo riporta l’agenzia di stampa Reuters riferendo che il Ministero dell’Energia avrebbe in programma di elaborare un programma per l’uso pacifico dell’energia nucleare, obiettivo che prevede la costruzione di nuove centrali nucleari.
La legge che proibisce la costruzione di centrali nucleari, adottata nel 1986 nell’ex Jugoslavia, è ancora in vigore in Serbia. Secondo uno degli scenari contenuti nel Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, adottato di recente, il paese balcanico starebbe valutando l’introduzione di centrali nucleari con una capacità complessiva di 1.000 MW dopo il 2040.
Fossile: Serbia punta sull’energia nucleare civile
Nel luglio scorso, cinque ministeri hanno firmato un memorandum d’intesa con istituzioni scientifiche, facoltà e aziende energetiche statali sullo sviluppo dell’energia nucleare nazionale. A giugno, il ministro dell’energia Dubravka Djedovic Handanovic ha dichiarato che il ministero intende avviare una procedura di appalto pubblico per la preparazione di uno studio tecnico preliminare sull’uso del nucleare civile.
Secondo i dati Eurostat, nel 2022 il 62,1% della produzione energetica della Serbia proveniva da combustibili fossili, mentre la produzione di energia primaria da fonti rinnovabili si attestava al 26%. La quota di rinnovabili nel consumo finale lordo di energia nel 2022 era del 24,7%.
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Nuova Zelanda approverà leggi per l’esplorazione di petrolio e gas
La Nuova Zelanda ha dichiarato che entro la fine dell’anno approverà leggi per revocare il divieto di esplorazione di petrolio e gas offshore e adotterà misure urgenti per rimuovere gli ostacoli normativi all’importazione di gas naturale liquefatto (GNL) nel contesto della sicurezza energetica.
Secondo la nota di Reuters, la legge porrebbe fine al divieto, in vigore dal 2018, di esplorazione al di fuori della zona onshore di Taranaki nel nord del Paese, mentre il governo di centro-destra pianifica di attrarre investimenti nel settore petrolifero e del gas del Paese. Il primo ministro Christopher Luxon ha affermato che le gravi carenze delle ultime settimane hanno portato i prezzi dell’energia a livelli tra i più alti registrati nelle economie di prima fascia, esortando i partiti di opposizione a sostenere il disegno di legge.
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Oltre il fossile: permessi e impianti di energia rinnovabile offshore al 2025
In Nuova Zelanda la produzione di gas naturale è diminuita del 12,5% nel 2023 e di un ulteriore 27,8% nei primi tre mesi del 2024, innescando una carenza energetica a livello nazionale. Secondo quanto riferito dal governo, le fonti energetiche rinnovabili, tra cui l’energia idroelettrica, solare ed eolica non riescono a colmare il deficit. Il governo stesso renderà più semplice ed economico autorizzare, costruire e mantenere la produzione di energia rinnovabile, nonché la distribuzione e la trasmissione dell’elettricità.
Il periodo di elaborazione dei prossimi progetti di energia rinnovabile sarà completato entro un anno e il governo punterà ad aprire un primo ciclo di permessi di fattibilità per gli impianti offshore nel 2025.
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