L’impatto del caldo estremo su vigneti e vendemmiatori

Mentre la Champagne si prepara alla vendemmia, in Sicilia è già iniziata: ne discutiamo con Coldiretti

Luglio 2024 si è concluso classificandosi come il secondo mese più caldo mai registrato, a livello globale, dal Servizio per il cambiamento climatico di Copernicus. La temperatura media dell’aria superficiale ha raggiunto 16,91 °C, fermandosi a soli 0,04 °C al di sotto del precedente massimo, stabilito nel luglio 2023. Il 22 luglio, per altro, è stato il giorno più caldo mai sperimentato almeno dal 1940, con una temperatura media di 17,16 °C.

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Foto Unsplash

Il caldo estremo ha impatti estremamente negativi su tutte le specie vegetali e animali, esseri umani compresi. Per esempio, riduce la produttività: basti pensare che, solo in Europa, sta causando una perdita media annua di sedici ore per lavoratore (rispetto al valore di riferimento del XX secolo) nei settori altamente esposti, secondo le stime dell’Agenzia europea dell’ambiente. Preoccupa particolarmente il fatto che stia causando anche delle morti premature.

Le conseguenze del caldo eccessivo sulla salute umana

Lo scorso anno, nella regione vinicola francese della Champagne, sono morti almeno quattro vendemmiatori. A stroncare le loro vite sono stati, secondo quanto riporta il Gambero Rosso, degli arresti cardiaci legati probabilmente alle temperature estreme. “Premetto che l’arresto cardiaco è molte volte dovuto ad aritmie del cuore. In ogni caso, quando la temperatura ambientale aumenta, il corpo umano attiva due meccanismi principali per regolare la temperatura interna: la sudorazione e l’aumento del flusso sanguigno cutaneo per disperdere calore”, spiega il dottor Piermario Scuri, cardiologo dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

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“Studi sulle variazioni fisiologiche in individui esposti a crescenti temperature ambientali hanno evidenziato un aumento del 35% del metabolismo a riposo di soggetti sani durante il periodo di esposizione a 40 °C, con un incremento ulteriore del 15% in ambiente a 50 °C. L’aumento della domanda metabolica richiede un aumento della frequenza cardiaca, obbligando il cuore a lavorare di più, ma in definitiva sottraendo sangue. Infatti, in condizioni normo-termiche a riposo il sistema vascolare cutaneo riceve il 5-10% della gittata cardiaca, mentre in risposta a stress termico incrementa fino al 50-70% della gittata cardiaca. Un’altra possibile causa o concausa può essere un calo di potassio (ipopotassiemia) che può indurre le aritmie cardiache di cui sopra”, conclude il dottor Scuri.

Il piano d’azione della regione della Champagne

È proprio per scongiurare nuove tragedie e proteggere i 120mila vendemmiatori stagionali che tra agosto e settembre raccolgono a mano le uve nei 35mila ettari della Champagne che il Comité, a giugno 2024, ha varato un apposito piano che si basa su quattro pilastri. Vediamoli di seguito.

  1. Salute e sicurezza. I lavoratori riceveranno un libretto di benvenuto contenente le informazioni principali riguardanti i loro diritti e le norme di sicurezza da adottare nei campi. A disposizione dei datori di lavoro, invece, verrà messo un archivio di pratiche virtuose da poter esaminare e replicare. Il Comité, che ha firmato un protocollo di intesa con i servizi antincendio e di pronto soccorso, renderà disponibile un portale web dedicato alle previsioni del meteo e, in particolare, delle temperature.
  2. Alloggi. Il Comité sfrutterà la propria rete di contatti locali, coinvolgendo anche i sindaci dei Comuni coinvolti, per contribuire alla rapida risoluzione di eventuali problemi legati alla ricerca di una sistemazione da parte dei vendemmiatori.
  3. Contratti. Sono state attivate delle partnership con l’Università di Reims e la NEOMA Business School per il reclutamento degli studenti e con France Travail per l’impiego di cittadini senza lavoro. Grazie alla nuova piattaforma VitiArgos, datori di lavoro e lavoratori avranno l’opportunità di fare un’analisi precontrattuale. I vendemmiatori saranno tutelati dalla nuova sezione Champagne della FNEDT, sindacato nazionale che riunisce le imprese di fornitura di servizi sui territori.
  4. Controlli. Saranno effettuati da una vera e propria task force che si riunirà quotidianamente durante la vendemmia e che coinvolgerà prefetture locali e forze dell’ordine per garantire il rispetto delle regole.

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La vendemmia anticipata in Sicilia

E mentre in Champagne ci si prepara alla vendemmia, in Sicilia è iniziata in anticipo, con la raccolta dei primi grappoli di uve chardonnay, a fine luglio, nell’azienda agricola Di Giovanna in provincia di Palermo. La Sicilia, fra le più importanti regioni vitivinicole d’Italia, è anche fra quelle maggiormente colpite dalla siccità. “Sicuramente, l’impatto del fenomeno sui vigneti siciliani è significativo, ma varia a seconda delle zone: la regione, con la sua diversità orografica, produce vino a diverse altitudini, dai mille metri fino al livello del mare. Le aree che hanno ricevuto meno pioggia vedono viti più sofferenti, mentre le varietà autoctone coltivate in Sicilia, adattate a un clima caldo e asciutto, riescono comunque a mantenere una certa resilienza. Questo potrebbe influire sulla resa delle uve, potenzialmente migliorando la qualità del vino, anche se con una produzione quantitativamente inferiore”, spiega a Canale Energia Francesco Ferreri, presidente di Coldiretti Sicilia.

Vendemmia Sicilia Coldiretti
Foto Coldiretti

Le misure contro il caldo adottare dalle regioni italiane

“Per quanto riguarda i lavoratori, è importante sottolineare che ogni anno Regione Sicilia emette una delibera che vieta il lavoro nei campi durante le ore più calde, dalle 12 alle 16. Questa misura è fondamentale per proteggere i lavoratori dalle condizioni climatiche estreme, riducendo il rischio di colpi di calore e altre problematiche legate alle alte temperature. Anticipare la vendemmia comporta certamente delle sfide, ma la regolamentazione regionale garantisce che i vendemmiatori non siano esposti ai rischi più gravi”, prosegue Ferreri.

La Sicilia è fra le regioni che, insieme a Calabria, Puglia, Toscana, Basilicata e Lazio, hanno adottato ordinanze specifiche che prevedono, fino alla fine di agosto, la sospensione delle attività lavorative dalle 12:30 alle 16:00 in caso di livelli di rischio elevati. “Questa misura, in vigore dal 2021 e ripresa nel 2023 da Puglia e Basilicata, rappresenta un punto di incontro tra le esigenze produttive delle campagne e la protezione dei lavoratori”, chiarisce Romano Magrini, responsabile Lavoro di Coldiretti. “Inoltre, l’INAIL, attraverso il progetto Worklimate in collaborazione con il CNR, fornisce in tempo reale mappe nazionali di previsione del rischio di esposizione al caldo. Questi strumenti permettono di monitorare e mitigare i rischi legati alle alte temperature, garantendo un ambiente di lavoro più sicuro”.

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Il Decreto Agricoltura e la lotta contro il caporalato

Creare un ambiente di lavoro più sicuro è anche l’obiettivo delle misure contro il caporalato previste dalla Legge 12 luglio 2024, n. 101, nota come Decreto Agricoltura. “Nello specifico, il Decreto prevede il potenziamento delle capacità di analisi, monitoraggio e vigilanza sui fenomeni di sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, tramite l’istituzione di un sistema informativo dedicato e l’obbligo di registrazione degli appalti: la banca dati presso l’INPS consentirà di distinguere meglio tra cooperative autentiche e fittizie. Per Coldiretti è fondamentale lavorare per filiere più eque, dal campo alla tavola, e per garantire che ogni alimento, italiano o straniero, rispetti l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore. Per questo, è necessario garantire il principio di reciprocità per cui i prodotti proveniente dai Paesi extra UE devono rispettare gli stessi standard di quelli imposti dall’Unione ai propri produttori”, aggiunge Magrini.

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La biodiversità da preservare

E mentre al sud il caldo ha accelerato la maturazione delle uve, al nord i nubifragi e le grandinate hanno costretto i viticoltori a scegliere con attenzione i tempi di raccolta, ma grazie all’eccellente qualità delle uve ci si aspetta comunque “un’alta resa qualitativa se arriveranno le piogge. È bene ricordare che la varietà delle uve e dei vini italiani, con 635 varietà registrate e un alto numero di DOC, DOCG e IGT, rappresenta un patrimonio di biodiversità unico al mondo”, conclude Francesco Ferreri. Un simile patrimonio, e tutti coloro che lo custodiscono, meritano di essere tutelati al meglio.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.