La temperatura media del Lazio rischia di aumentare di quasi due gradi da qui al 2050

Il report del CSCC, promosso da Greenway Group Srl ed Ecogest Spa, individua la manutenzione delle reti infrastrutturali fra le strategie di adattamento

La temperatura media del Lazio potrebbe aumentare di 1,9 °C entro il 2050. È quanto emerge da un rapporto pubblicato il primo agosto dal Centro studi per il cambiamento climatico (CSCC), promosso da Greenway Group Srl ed Ecogest Spa.

Roma, Lazio
Foto di Chris Czermak su Unsplash

I rischi connessi ai fenomeni meteorologici estremi

Nei prossimi venticinque anni, secondo gli autori del report, diminuiranno i giorni caratterizzati da temperature sotto gli 0 °C e aumenteranno quelli molto caldi, accompagnati da notti tropicali. La città di Roma, in particolare, assisterà a un aumento della temperatura media nella stagione estiva (+6 °C in una scala di cento anni), e nella stagione autunnale (+5 °C).

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Si aggraveranno la siccità e il rischio di incendi, ma si intensificheranno anche le precipitazioni estreme nelle aree costiere. Guardando ai fenomeni idrogeologici estremi, il 5,4 per cento del territorio laziale si trova in scenari di pericolosità elevata/molto elevata. Si stima che le aree allagabili corrispondano al 2,5 per cento di questa porzione di territorio, arrivando a coprire una superficie totale di circa 442,498 chilometri quadrati.

Il ruolo della tecnologia e delle nature-based solutions nel Lazio

Lo studio, che contiene anche informazioni relative alla qualità dell’aria nella regione, “ha lo scopo di fornire dati utili a orientare le future scelte infrastrutturali e manutentive sia a livello centrale che periferico, in ausilio e sostegno alle scelte strategiche delle amministrazioni di competenza, ma anche di dare il giusto peso alle conseguenze di un fenomeno progressivo e inarrestabile come il cambiamento climatico”, ha commentato Valerio Molinari, presidente del CSCC e azionista di riferimento di Ecogest Spa.

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“Innanzitutto, bisogna pianificare e rimodulare la manutenzione delle reti infrastrutturali, supportandola attraverso soluzioni come telecamere online, stazioni meteorologiche, sensori di carico stradale e sistemi telematici avanzati, in grado di regolare il flusso del traffico. È importante anche la scelta di nuovi impianti a verde, che influisce sullo stato di conservazione delle infrastrutture stradali e autostradali: potremmo pensare, per esempio, a piante e alberi autoctoni nei nuovi impianti e all’applicazione di nuove tecnologie di studio e controllo alla manutenzione del verde, a partire dai droni e dal monitoraggio continuo dello stato della vegetazione”, ha concluso Molinari.

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