Cala la produzione di rifiuti speciali in Italia: il report ISPRA

Fincantieri e il Gruppo Hera collaboreranno per aumentare la valorizzazione degli scarti industriali

Nel 2022, le attività industriali, commerciali, artigianali, di servizi, di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale hanno prodotto complessivamente 161,4 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, al 93,8 per cento classificabili come “non pericolosi”.

rifiuti speciali
Foto di Gene Gallin su Unsplash

La produzione è calata di più di 3,4 milioni di tonnellate (-2,1 per cento) rispetto al 2021. È quanto emerge dall’ultimo rapporto sui rifiuti speciali dell’ISPRA, pubblicato il 18 luglio e giunto alla ventitreesima edizione.

Il ruolo del settore delle costruzioni

Il settore delle costruzioni e demolizioni, con una produzione di quasi 80,8 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, ha concorso per il 50 per cento alla produzione complessiva. Il nord Italia, che vanta un tessuto industriale più sviluppato, ha generato quasi 92,7 milioni di tonnellate di rifiuti speciali (pari al 57,4 per cento del totale).

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Fonte ISPRA

Le regioni centrali hanno contribuito con 28,1 milioni di tonnellate (17,4 per cento); quelle meridionali con 40,6 milioni di tonnellate (25,2 per cento). La Lombardia è la regione che ha prodotto più rifiuti nel nord, seguita dal Lazio nel centro e dalla Campania nel sud.

Accanto ai dati riportati nella gallery sottostante, ne segnaliamo altri due: i quantitativi di rifiuti contenenti amianto prodotti in Italia sono pari a 243mila tonnellate con una diminuzione, rispetto al 2021, di oltre il 28 per cento; quelli sanitari ammontano a poco più di 258mila tonnellate.

L’accordo tra Fincantieri e Gruppo Hera

Nel frattempo, sempre il 18 luglio, Fincantieri e il Gruppo Hera hanno firmato un memorandum d’intesa che prevede la costituzione di una newco incaricata di realizzare un sistema integrato ed efficiente di gestione dei rifiuti nei cantieri di Fincantieri, a partire da quello di Monfalcone.

Con questa partnership, la società mira a ridurre la produzione di rifiuti, massimizzare il recupero degli stessi tramite l’applicazione di tecnologie avanzate di trattamento e valorizzazione degli scarti industriali, realizzare raccolte differenziate per il reimpiego di materiali nei cicli produttivi e ottimizzare la logistica e la movimentazione dei rifiuti per aumentare la sicurezza nei cantieri.

“L’accordo con il Gruppo Hera, un’eccellenza italiana leader del settore, rappresenta un ulteriore tassello che rafforza il nostro impegno nell’adozione di pratiche di economia circolare direttamente nei siti produttivi, in piena coerenza con il nostro piano industriale”, ha commentato Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri.

“Forti della nostra esperienza pluridecennale e dei risultati già raggiunti nei settori ambiente, energia e idrico, attraverso progetti di circolarità come quelli che caratterizzano l’accordo siglato con Fincantieri, vogliamo essere sempre più al fianco del settore industriale nella riduzione e riciclo degli scarti e nella rigenerazione delle risorse”, ha aggiunto Orazio Iacono, amministratore delegato del Gruppo Hera.

L’import-export di rifiuti speciali

Sono 10.806 gli impianti di gestione dei rifiuti speciali attivi in Italia, di cui 5.905 al nord, evidenzia l’analisi dell’ISPRA. I quantitativi di rifiuti complessivamente gestiti a livello nazionale ammontano a 176,6 milioni di tonnellate: il recupero di materia rappresenta la quota più importante delle attività di gestione (72,2 per cento), seguito dalle operazioni di smaltimento che rappresentano il 14,9 per cento.

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Le altre forme di gestione, che hanno un’incidenza più contenuta, includono il coincenerimento, l’incenerimento, la “messa in riserva” e il “deposito preliminare”. Lo smaltimento in discarica riguarda circa 8,9 milioni di tonnellate di rifiuti, pari al 5 per cento del totale gestito.

L’Italia è un’importatrice netta di rifiuti: ne importiamo circa 6,9 milioni di tonnellate, a fronte di un’esportazione di poco superiore a 4,8 milioni di tonnellate. Il 98,5 per cento dei rifiuti importati non è pericoloso, così come il 70 per cento di quelli esportati. Importiamo soprattutto rottami metallici provenienti dalla Germania e dalla Francia, che vengono recuperati dalle industrie metallurgiche localizzate in Lombardia e in Friuli-Venezia Giulia.

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