Le sfide per l’industria del vetro, fra volumi ridotti e consumi energetici

Ecco quanto emerso all’assemblea annuale di Assovetro

Il quadro geopolitico globale e l’inflazione hanno influito negativamente anche sull’industria del vetro italiana che, nel 2023, ha registrato un arretramento nei volumi prodotti in tutti i comparti: -5,3% quello del vetro cavo; -7,7% quello del vetro piano e -21% per le fibre.

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Foto di Waldemar su Unsplash

È quanto emerso all’assemblea annuale di Assovetro, associazione nazionale degli industriali del vetro, il 5 luglio a Cortina d’Ampezzo. Per il 2024 ci si aspettano dei miglioramenti, grazie al taglio dei tassi di interesse e alla crescita dell’export di prodotti come il vino e, in particolare, il prosecco (+7,8% nel primo trimestre).

Il ruolo dei consumi energetici

Gas ed elettricità continuano a rappresentare dei costi elevati per un’industria energivora come quella del vetro, impegnata nella riduzione delle proprie emissioni di gas serra.

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“La decarbonizzazione è la sfida più grande che abbiamo di fronte e tutti dobbiamo fare la nostra parte e noi la stiamo facendo, ma è giusto tutelare anche la competitività della nostra industria nazionale, penalizzata da un costo dell’elettricità che è il triplo di quello della Spagna e di molto superiore a quello di Francia e Germania, i nostri principali competitor. Contiamo che il Governo, come sta avvenendo in altri Paesi, supporti con incentivi e agevolazioni il nostro sforzo”, ha dichiarato Marco Ravasi, presidente di Assovetro.

Le richieste del settore vetro

Oggi nella produzione nazionale di vetro l’elettricità pesa per il 20%, l’11% da fonte rinnovabile. Dall’inizio dell’anno il prezzo medio nel nostro Paese ha superato i 90 €/MWh, mentre in Germania è attorno ai 70, in Francia è a 47 e in Spagna a 37.

“L’Italia, stretta tra vincoli di bilancio e l’impossibilità di accedere ad energia nucleare, dovrebbe spingere con decisione sulle rinnovabili, ma senza introdurre storture nella dinamica dei prezzi; puntare su tecnologie di cattura della CO2 per la decarbonizzazione del settore elettrico e delle industrie hard-to-abate e anche sulla produzione e distribuzione di gas verdi”, ha concluso Ravasi.


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