Entra in vigore il DM Aree idonee

Regioni e Province autonome avranno sei mesi di tempo per individuarle

Entra in vigore oggi, 3 luglio, il decreto recante la “disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili”, noto semplicemente come “DM Aree idonee”, firmato dal MASE il 21 giugno e pubblicato in Gazzetta ufficiale il 2 luglio.

Nelle cosiddette “aree idonee” troveranno applicazione procedure autorizzative semplificate, a differenza di quanto accadrà nelle “aree ordinarie”, in cui continueranno a essere applicati gli abituali regimi autorizzativi. Sarà vietata l’installazione di moduli fotovoltaici a terra sulle superfici classificate come “agricole” dal DL Agricoltura.

Le misure previste dal decreto

Le Regioni e le Province autonome, come ricordano gli esperti di Green Horse Advisory, avranno sei mesi di tempo per individuare i territori in cui installare nuovi impianti a fonti rinnovabili.

Le amministrazioni dovranno garantire la massimizzazione delle aree idonee, contemperando l’obbligo di raggiungere gli obiettivi di potenza installata al 2030 con l’esigenza di tutelare il patrimonio paesaggistico e culturale; potranno valutare la possibilità di differenziare le superfici idonee in base alla fonte, alla taglia e alla tipologia di impianto e dovranno considerare non idonee quelle direttamente vincolate dal Codice dei beni culturali.

Infine, le Regioni non saranno vincolate a classificare come idonee quelle aree attualmente previste come tali dalla normativa nazionale (art. 20, comma 8 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199).

tabella aree idonee

Aree idonee, il commento di Confagricoltura

Sono troppe le incertezze, secondo Confagricoltura: “Il DM Aree idonee, contrariamente alle attese, non fornisce precise indicazioni sulla definizione delle stesse per lo sviluppo delle rinnovabili, concentrandosi invece maggiormente sulle aree non idonee, introducendo il riferimento all’art. 5 del DL Agricoltura che vieta il fotovoltaico a terra nei terreni agricoli”, commenta l’associazione in una nota stampa.

“Nel decreto, inoltre, viene introdotta un’ulteriore incertezza sulle aree idonee già definite dal comma 8 dell’art. 20, visto che le Regioni avranno la facoltà di applicarle o meno. Zone, a partire da quelle adiacenti alle autostrade o vicino agli insediamenti industriali, su cui si stavano già concentrando gli investimenti”.

I pareri di Alleanza per il fotovoltaico, SENEC e WWF

Anche l’Alleanza per il fotovoltaico è preoccupata dall’impatto del DL Agricoltura, oggi in Aula al Senato. Le nuove norme, secondo l’organizzazione, rischiano di produrre “danni inestimabili per il settore e per i processi di decarbonizzazione”, vanificando “gli sforzi profusi dal MASE, soprattutto in relazione al DM Aree idonee”. Italia Solare ha elaborato dieci proposte concrete, che si possono esaminare a questo link.

Esprime rammarico anche Vito Zongoli, amministratore delegato di SENEC Italia: “I DL Agricoltura e Aree idonee stanno creando un clima di incertezza per tutti gli attori coinvolti, dagli agricoltori, agli imprenditori, agli investitori italiani ed esteri. Questi decreti, nati con lo scopo di proteggere l’ambiente e il territorio, non tengono conto della specificità delle aree rurali che vorrebbero tutelare, e hanno finito per limitare la possibilità di installare pannelli solari in molte zone che non ne riceverebbero alcun tipo di danno”.

Leggi anche: Crescono le rinnovabili in Italia sotto lo spettro del DL Agricoltura

Anche per ANEV il provvedimento appena pubblicato “è largamente inadeguato a raggiungere gli obiettivi che si pone”. Secondo Legambiente, Greenpeace e WWF, “complica ulteriormente il quadro normativo e si configura come un’ulteriore barriera per lo sviluppo delle rinnovabili in Italia” e, quindi, anche per “le politiche climatiche, l’indipendenza e la sicurezza energetica”.


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