Si è riunita a Roma l’Assemblea nazionale dell’Anbi, l’Associazione dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue. Al tavolo dei lavori si è discusso della necessità di investire nel miglioramento della direzione delle risorse idriche del paese, soprattutto per mitigare i rischi derivanti da alluvioni e siccità.
Tra gli interventi, anche quello del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che ha menzionato un piano strategico per la gestione dell’acqua da 13 miliardi di euro. “Quello che sto cercando di fare sul tema dell’acqua è pianificare a medio e lungo termine per evitare di inseguire la perenne emergenza – ha detto Salvini – Con la collaborazione dei consorzi di bonifica stiamo realizzando per la prima volta un piano strategico per la gestione dell’acqua a medio e lungo termine. Ci sono 148 progetti per 13 miliardi di euro complessivi”.
Un Blue Deal per l’Europa
Di acqua si è tornati a parlare anche durante la seconda giornata di lavori, con un focus centrato sulle responsabilità dell’Unione europea per la tutela del patrimonio blu dei suoi stati membri, tenendo conto delle caratteristiche e delle sfide territoriali di ciascuno di essi. L’Italia, ad esempio si trova da anni a dover far fronte a crisi idriche di grande portata, che colpiscono la penisola all’incirca ogni tre anni. Qui, una sola estate di siccità può generare oltre sei milioni di euro di danni al settore agricolo. Inoltre, il 18% del territorio italiano è considerato ad alto rischio.
“Ci sono dei problemi evidenti nel nostro territorio, ma non stiamo cominciando da zero. Negli anni passati abbiamo già lavorato sulla prevenzione e sulle infrastrutture – ha commentato il senatore Stefano Patuanelli – È necessario proseguire con un percorso di investimenti e rinnovo del paese. In altri termini: è importante accorciare i tempi in cui gli investimenti riescono a dare frutti. Per poterlo fare, deve esserci una compartecipazione tra pubblico e privato: gli investimenti sulla prevenzione sono fondamentali per il sistema paese”.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ricordato che la tutela dell’acqua è importante anche per assicurare il successo delle imprese italiane sui mercati europei e mondiali. “L’acqua è uno strumento di competitività, sia dal punto di vista energetico, sia per garantire la qualità dei prodotti italiani. Bisogna continuare a investire per migliorare il sistema idrico e chiudere la stagione delle perdite d’acqua. Sotto questo aspetto, il piano degli invasi è fondamentale”.
Oggi all’Assemblea @ANBI_Nazionale ho sottolineato impegno Governo per sicurezza idrica anche attraverso iniziative di cooperazione allo sviluppo. L’Italia, con il suo saper fare, vuole fare della gestione dell’acqua una priorità di politica estera ed uno strumento di pace. pic.twitter.com/vjbDYOSODR
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) July 3, 2024
Il piano invasi: “ogni litro d’acqua deve essere riutilizzato”
Il progetto prevede 10mila laghetti artificiali, per portare al riutilizzo del 35% delle acque piovane entro il 2030. “L’agricoltura soffre perché c’è un rischio d’impresa che dipende da fattori esterni, come il clima. Il compito del governo è mitigare questo rischio attraverso le risorse pubbliche e la compartecipazione dei privati. Il piano invasi è un’opera pubblica diffusa, è ciò che serve al paese”, ha commentato Patuanelli.
Riutilizzare l’acqua significa assimilare il concetto di ‘net zero water’, secondo Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Acea. “Ogni litro d’acqua deve essere riutilizzato più volte possibile. Il riuso può essere una chiave per mitigare il problema. C’è poi il discorso che le infrastrutture non sono collegate l’una con l’altra e lo spostamento idrico in diverse aree del paese risulta sempre molto complesso. Lavorando su bacini e invasi si può fare tanto per risolvere la situazione”.
Collegato da remoto, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto, ha aggiunto: “quello che era straordinario un tempo, oggi è diventato ordinario, come la siccità e le alluvioni. Servono pianificazioni e programmazioni concrete per il futuro delle risorse idriche in Italia”.
“Un investimento per le generazioni future”
Alla fine dei lavori, è stato ricordato il discorso di Andrea Rinaldo, professore dell’Università di Padova e primo vincitore italiano dello Stockholm Water Prize, il “Nobel” dell’acqua. “Piene e siccità sono due facce della stessa medaglia, e la mitigazione non è possibile nel giro di una sola generazione, ma è necessario mettere in pratica fin da subito delle politiche di adattamento”.
In conclusione, il presidente di Anbi Francesco Vicenzi ha spiegato che l’interesse dell’Associazione è quello di rimettere al centro della discussione gli investimenti necessari per rispondere alla crisi climatica. “Un investimento che significa visione e strategia in un paese che vuole dare un futuro alle nuove generazioni”.
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