Con una produzione che nel 2023 ha raggiunto 7,5 milioni di tonnellate, l’Italia è il secondo produttore europeo di carta e cartone, dopo la Germania. È quanto emerso all’assemblea pubblica di Assocarta, il 20 giugno a Roma.
“Una posizione conquistata negli anni, grazie alla straordinaria sostenibilità del nostro comparto”, ha commentato il presidente Lorenzo Poli, intervistato dalla giornalista Giovanna Pancheri. E un traguardo raggiunto nonostante la produzione sia calata del 14 per cento rispetto al 2022. Nei primi quattro mesi del 2024 si è registrata una ripresa del 7,9 per cento, ma i volumi restano al di sotto di quelli del 2018.
La circolarità del settore cartario
“Il settore cartario ha la fibra giusta per essere circolare”, ha aggiunto Poli. “E, in tempi di greenwashing, può raccontare (e documentare) che le fibre vergini non provengono da deforestazione e che le carte da riciclare utilizzate rappresentano circa il 70 per cento della materia prima fibrosa, mentre nell’imballaggio il tasso di riciclo è già oltre l’85 per cento”.
Grazie al Comieco, la raccolta di carta e cartone ha raggiunto, nel 2023, una quota di 6,9 milioni di tonnellate, di cui oltre 5 utilizzate nelle cartiere italiane. L’Italia è infatti secondo utilizzatore europeo, sempre dopo la Germania.
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Le tecnologie per la decarbonizzazione
Fra le sfide da superare, ci sono: il calo della domanda, causato dall’inflazione; la decarbonizzazione, legata soprattutto all’efficienza energetica e all’energia pulita. L’evento ha rappresentato l’occasione per fare una panoramica delle tecnologie già mature, come fotovoltaico, eolico e caldaie a biomassa; di quelle che lo saranno nel breve, come le pompe di calore sopra i 100 °C; e di quelle a lungo termine, come l’idrogeno.
La necessità di ripensare gli strumenti di sostegno: la posizione di Assocarta
Occorre comunque “un prezzo unico europeo dell’energia per evitare le asimmetrie che rischiano di distruggere il mercato unico”, secondo Antonio Gozzi, special advisor di Confindustria intervenuto all’assemblea. “La differenza di costo tra ciò che paga per l’energia l’industria italiana rispetto alle concorrenti francesi, spagnole e tedesche è ormai insostenibile. Così come è necessaria una regola comune e uguale in tutti i Paesi europei per l’utilizzo dei proventi del sistema ETS”.
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“Tutti gli strumenti di sostegno concepiti fino ad oggi, siano essi sull’energia elettrica o sui gas verdi (vedi biometano), sono interamente ed esclusivamente concepiti per supportare lo sviluppo di queste energie dall’unico punto di vista del produttore”, ha concluso Lorenzo Poli. “Anche quando sono presenti strumenti per sostenere la decarbonizzazione e l’efficienza energetica e l’innovazione delle imprese (per esempio Transizione 5.0) l’accesso a questi strumenti è reso particolarmente difficile, proprio alle imprese che, più di tutte, hanno l’esigenza di decarbonizzare”.
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