I nuovi veicoli spaziali che utilizzano propellenti verdi

Le opportunità nello studio dei ricercatori dell’Università di Pisa

La sostenibilità non ha confini, come dimostra lo studio di Alberto Sarritzu, ricercatore del Dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell’Università di Pisa, riguardante una nuova classe di veicoli orbitali che, per muoversi nello spazio, utilizzano propellenti “verdi”.

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Foto di SpaceX su Unsplash

La ricerca, i cui risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Acta Astronautica, è stata condotta sotto la supervisione del professore Angelo Pasini nell’ambito del progetto ASCenSIon. È un’iniziativa internazionale che ha visto collaborare diverse realtà europee, fra cui la squadra dell’Università di Pisa composta anche dalla dottoranda Lily Blondel-Canepari.

Le caratteristiche dei propellenti verdi

L’ateneo si è occupato di studiare sistemi propulsivi compatibili con i propellenti “verdi”, che sono generalmente composti chimici a basso impatto ambientale e ridotta tossicità, come acqua ossigenata a concentrazioni elevate o protossido d’azoto. Rientrano tra questi anche il comune cherosene e altri idrocarburi, che rappresentano comunque un enorme passo avanti rispetto ai composti tradizionalmente utilizzati che contengono idrazina o tetrossido di azoto, sostanze estremamente dannose per l’ambiente e la salute umana.

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Da sinistra verso destra: Lily Blondel-Canepari, Alberto Sarritzu, Angelo Pasini

I vantaggi dei nuovi veicoli spaziali

“I nuovi propellenti ‘verdi’ potranno certamente sostituire i propellenti tossici oggi prevalentemente usati – spiega Alberto Sarritzu –. Questo permetterà, da un lato, di migliorare l’efficienza della propulsione e rendere possibili missioni che al momento non lo sono e, dall’altro, di semplificare le operazioni a terra in preparazione dei veicoli orbitali, che oggi sono lunghe, complicate e costose”.

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“La nuova classe di veicoli spaziali che abbiamo studiato promette di portare innovazioni che possono avere ricadute per tutti noi – aggiunge Angelo Pasini – come per esempio un accesso più facile e sostenibile allo spazio, la rimozione attiva dei detriti spaziali causati da decenni di utilizzo incontrollato delle nostre orbite e lo sviluppo di nuove missioni per l’esplorazione spaziale”.

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