“Ci sono due stagioni in Svezia: l’inverno bianco e l’inverno verde”. Si dice che a pronunciare questa frase fu Désirée Clary, regina del Paese dal 1818 al 1844. Essendo nata a Marsiglia, la sovrana era abituata a climi decisamente più miti. Va detto però che l’estate scandinava, celebrata con una grande festa in occasione del solstizio, regala colori meravigliosi, che vanno dall’esuberante verde smeraldo delle foreste all’incantevole blu pavone dei laghi, fino all’indimenticabile tripudio di sfumature degli arcobaleni. Queste sono le tinte che un pittore sceglierebbe per dipingere i paesaggi di Kisa, paesino di circa quattromila abitanti nel sud della Svezia. È proprio da lì, una località che all’apparenza può sembrare sperduta, che spira un forte vento di innovazione.
Kisa è infatti la sede di Sofidel Sweden, il produttore di carta tissue più avanzato di tutta la Scandinavia che produce sia bobine madri sia prodotti finiti, la gestione dei quali è completamente automatizzata. Lo stabilimento copre un’area di circa 30mila metri quadrati e ha una capacità produttiva di 60mila tonnellate annue. A tutto questo si sta aggiungendo un nuovo tassello: è attualmente in fase di test il primo impianto al mondo su scala industriale – ovvero, dalle dimensioni ridotte – per la produzione di gas rinnovabile (bio-syngas) da biomassa legnosa.
Sofidel Sweden e l’impianto di produzione di bio-syngas
Con i suoi 185 dipendenti, Sofidel Sweden è una società del Gruppo Sofidel, leader nella produzione di carta tissue per uso igienico e domestico. Il Gruppo, fondato in Toscana nel 1966, vanta oggi più di settemila impiegati e una capacità produttiva di 1,4 milioni di tonnellate l’anno. È presente in dodici Paesi europei e negli Stati Uniti e vende i propri prodotti, provenienti unicamente da cellulosa certificata, in cinquantacinque nazioni del globo: Regina, con i suoi rotoloni “che non finiscono mai”, è il marchio più noto e sbarcherà entro l’anno anche sul mercato svedese.
Con una capacità di 4,5 MW, l’impianto di produzione di bio-syngas, costruito l’anno scorso, contribuirà significativamente alla riduzione delle emissioni di gas serra generate dallo stabilimento di Kisa. Di conseguenza, faciliterà il raggiungimento degli obiettivi che il Gruppo Sofidel si è prefissato per il 2030 e il 2050, a partire dalla neutralità climatica.
Il processo di gassificazione brevettato da Meva Energy
La biomassa – proveniente dagli scarti della filiera locale del legno, gestita secondo le pratiche svedesi di silvicoltura sostenibile – viene sottoposta a un processo di gassificazione a temperatura elevata. Nello specifico, “il pellet viene ridotto in polvere e immesso in un reattore attraverso l’interazione fra due cisterne e un aeratore che alimenta il flusso dai due lati, creando un vortice. Nel reattore, a una temperatura di mille gradi e in carenza di ossigeno, avviene il procedimento che genera il bio-syngas: una miscela di monossido di carbonio, idrogeno e metano”, come ha spiegato Joakim Gustafsson, technical engineer. Questo particolare processo di gassificazione, che prevede la miscelatura di aria e biomassa prima dell’iniezione all’interno del reattore, prende il nome di “entrained flow gasification”. La conversione richiede solo uno-due secondi: ciò significa che il reattore ha dimensioni molto contenute rispetto alla sua capacità produttiva, e costi minori.
Questo sistema innovativo è stato sviluppato e brevettato dall’azienda svedese Meva Energy, con cui Sofidel ha siglato nel 2021 un accordo decennale. Si tratta di un esempio di economia circolare che permette di recuperare una risorsa e che, a sua volta, genera uno “scarto” altrettanto prezioso: una tipologia di carbone vegetale (biochar) di alta qualità che viene venduto agli agricoltori come fertilizzante naturale.
Il coinvolgimento dell’Università di Pisa
Il bio-syngas viene poi raffreddato per essere “pulito”, grazie alla condensazione delle sue componenti volatili, portandolo prima a novanta e poi a cinquanta gradi. Successivamente, la temperatura viene di nuovo alzata leggermente, fino a settanta gradi, per eliminare l’umidità. Dopo un’ultima pulizia, il gas è pronto per essere utilizzato: Sofidel Sweden lo impiegherà per generare il calore necessario all’asciugatura della carta, rinunciando così all’80 per cento del GPL attualmente impiegato e riducendo le emissioni di CO2 di almeno 8.500 tonnellate l’anno.
Oltre la metà del fabbisogno termico dello stabilimento di Kisa è già soddisfatta da una caldaia a biomassa preesistente: il nuovo impianto, che ha ricevuto il certificato di sostenibilità dall’Agenzia svedese per l’Energia, coprirà quasi per intero la quota di consumo rimanente. A tutto questo hanno contribuito anche l’Università di Pisa, che ha condotto delle analisi preliminari; Andritz, che ha fornito e testato i nuovi bruciatori bi-fuel (bio-syngas e GPL); Örebro Gasteknik, che li ha installati.
Il concetto di clean living e il rispetto della natura
“Clean living è la filosofia di Sofidel da adottare nella quotidianità per un Pianeta più sano e il rispetto delle persone. L’obiettivo è rendere la vita quotidiana più ordinata, pulita, sicura e serena, investendo nel capitale umano e nell’innovazione, promuovendo i princìpi della sostenibilità e della trasparenza e creando valore per i lavoratori e le comunità locali. La nostra mission è di aumentare il comfort e l’igiene, riducendo l’impatto sull’ambiente. Ci ispiriamo agli obiettivi dell’Agenda 2030 e crediamo nell’importanza di riconoscere il ruolo del capitale naturale e di introdurre processi produttivi che imitino i processi circolari della natura”, ha dichiarato Stefan Gustafsson, Country Operation Manager di Sofidel in Svezia.
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