I costi del clima: chi paga per il cambiamento climatico

Contributi e diritti al finanziamento per l’emergenza climatica

Secondo l’OCSE, nel 2022 i paesi più ricchi hanno versato un contributo di 116 miliardi di dollari per il clima. Una cifra da record, in aumento del 30% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, siamo ancora ben lontani dal mantenere le promesse fatte in merito ai paesi più fragili e maggiormente colpiti dal cambiamento climatico.

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Questo perché i cambiamenti climatici riguardano il mondo intero, ma non colpiscono tutte le regioni allo stesso modo. La maggior parte degli effetti negativi si riversa infatti sui paesi in via di sviluppo, che oltre a essere i meno responsabili della situazione, spesso non hanno neanche i mezzi per affrontare il problema.

Cosa significa Loss&Damage

I termini “Loss and damage”, traducibili come “perdite e danni”, si riferiscono a tutti gli effetti e le conseguenze che la crisi climatica ha sulla vita delle persone e delle nazioni. Il tema riguarda, in generale, i potenziali impatti negativi che si materializzano nei paesi in via di sviluppo particolarmente vulnerabili, a causa sia degli eventi estremi, che dei cosiddetti fenomeni “a lenta insorgenza”.

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La questione è sempre più al centro delle attenzioni internazionali, soprattutto dopo la decisione di istituire un meccanismo di finanziamento per i paesi più vulnerabili, concordato alla COP27 e poi reso operativo durante la COP28. Ma sebbene i primi impegni ratificati negli accordi abbiano superato i 700 milioni di dollari, definizioni vaghe del concetto di Loss and Damage e l’assenza di metodologie chiare, hanno portato a grandi incertezze sulle dimensioni delle esigenze di finanziamento.

Chi paga per la crisi climatica

Un articolo su questo argomento, realizzato con il coordinamento del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), in collaborazione con l’International Institute for Applied System Analysis (IIASA) e il Potsdam Institute for Climate Impact Research, è stato pubblicato sulla rivista Nature Reviews Earth & Envirnoment. Gli autori hanno esplorato i modi per quantificare i costi economici L&D, prendendo in considerazione i danni e i principi di responsabilità storica. “Questa ricerca è un appello a migliorare e integrare le metodologie di ricerca e l’osservazione per aiutare l’avanzamento dei negoziati internazionali”, ha dichiarato Massimo Tavoni, direttore del CMCC.

Combinare le più recenti scienze dell’economia climatica con le definizioni di responsabilità offre l’opportunità di aggiungere osservazioni e informazioni su disuguaglianze e povertà”, si legge nel comunicato stampa di CMCC. “La ricerca è anche un contributo tempestivo ai negoziati della COP29”, ha aggiunto Reinhard Mechler, ricercatore presso IIASA.

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