Acqua è vita e impresa, per questo è necessario intervenire in maniera decisiva e veloce sul settore come sottolinea Gilberto Dialuce, presidente Enea. “Siamo favorevoli all’introduzione di un meccanismo incentivanti anche di tipo economico come anche un meccanismo simile ai certificati bianchi che potrebbero essere chiamati blu” nel corso del convegno “Nel blu dipinto di blu” organizzato da Arte, associazione reseller e trader energia a Roma, oggi 4 giugno.
D’altronde il nostro Paese ha quattro provvedimenti di infrazione su questo settore che muove anche molto del settore produttivo, basti pensare che abbiamo più di 1 milione di imprese agricole e 4 milioni di aziende manifatturiere.
In questo contesto, rimarca Dialuce, anche le acque reflue possono diventare un’importante opportunità. Diventando “delle vere e proprie bioraffinerie urbane e anche in ottica di produrre energia rinnovabile”.
Gli investimenti necessari in numeri
Si tratta di investimenti importanti, tra i 18 e i 21 miliardi di euro per trasformare gli impianti, a cui andrebbero aggiunti altri 5 miliardi per ridurre le emissioni di azoto e fosforo. Mentre per il recupero dei contaminanti emergenti si tratta di prevedere altri investimenti dai due a i sei miliardi. Un contesto in cui Enea accoglie eventuali strumenti economici di supporto e si rende disponibile “per dare supporto tecnologico all’amministrazione e alle imprese per supportare in questo importante passaggio” conclude Dialuce.
Il risparmio energetico si trasforma in credito per lo sviluppo del sistema idrico integrato
Per farlo “una parte del risparmio energetico, può diventare un credito che l’utility matura e che può usare in ottica di sviluppo” spiega Andrea Guerrini, componente del collegio ARERA.
“Nel nuovo metodo tariffario per il periodo 2024/29 abbiamo inserito un nuovo parametro. Le utility che matureranno un risparmio con un sistema di premialità attraverso diversi indicatori in cui abbiamo inserito anche uno di risparmio energetico per cui abbiamo previsto un target del 5% annuo di risparmio”.
Un sistema che si è concentrato solo su una forma di premialità spiega Guerrini, in quanto “mancano degli obiettivi obbligatori di efficientamento energetico nel settore”.
Certificati blu, può servire se ha chiari intenti
Insomma la rete idrica propone nelle parole di Marco Ferraresi, presidente di ARTE di “Estendere gli strumenti tipici del settore energetico al settore idrico per favorire, tra l’altro, l’efficientamento della rete”.
Tutti d’accordo quindi? Non proprio. Filippo Ghirelli, Founder e CEO di Genera sottolinea come “Il certificato blu deve avere una valenza altrimenti continua un totale disallineamento tra sistemazione incentivo e uso che questo deve avere. Dando in mano ai privati con un sistema di incentivazione volontario”.
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