I criteri ESG nel mondo dell’edilizia, tra circolarità e impatto sociale

A REbuild 2024 si è discusso di come il settore delle costruzioni sia chiamato a rimodellarsi per essere più circolare e lasciare un’impronta positiva sul territorio

L’integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) è diventata cruciale nei settori delle costruzioni e dell’immobiliare, un po’ come in tutti gli ambiti dell’economia.

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Foto di Elisabetta Scuri/Canale Energia

È quindi necessario sviluppare, a ogni livello della filiera, delle strategie che integrino gli obiettivi ESG nelle decisioni di investimento, nella progettazione e nella gestione delle proprietà. Di fondamentale importanza è anche monitorare i progressi verso il raggiungimento di tali obiettivi. È quanto emerso il 15 maggio a REbuild 2024, evento di riferimento per il mondo dell’edilizia, nella splendida città di Riva del Garda.

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Il consumo di materie prime

Le questioni ambientali da affrontare sono chiare: il settore delle costruzioni è responsabile del 40 per cento delle emissioni globali di gas serra, e del 60 per cento dei rifiuti. Consuma un terzo delle materie prime estratte ogni anno nel mondo, come ha sottolineato Giorgia Marino, caporedattrice di Materia Rinnovabile, in un incontro dedicato all’edilizia circolare. Solo in Europa, stando alle stime della Circular Buildings Coalition, il settore consuma un miliardo di tonnellate di materie prime ogni anno, contribuendo a generare 125 milioni di tonnellate di rifiuti da demolizione.

REbuild 2024 edilizia circolare
Foto di Elisabetta Scuri/Canale Energia

Il Circular Built Environment Network

Il Circular Built Environment Network (CBEN) è un programma di ricerca industriale che riunisce una serie di attori desiderosi di sviluppare strategie che possano rimodellare le pratiche costruttive, nell’ottica di facilitare la transizione verso processi circolari nell’architettura. Dieci sono i risultati principali raccolti finora nello studio “Building a circular future”, come ha spiegato Ditte Lysgaard Vind, Chief Innovation & Science Officer di BLOXHUB, associazione no profit impegnata nella ricerca sull’urbanizzazione sostenibile che ha portato alla creazione del CBEN. L’intervista integrale alla dottoressa Vind è disponibile nel video riportato all’inizio dell’articolo.

Circular Built Environment Network BLOXHUB
Foto di Elisabetta Scuri/Canale Energia

Fra questi, troviamo l’utilizzo di indicatori quantitativi, ma anche qualitativi, per misurare la sostenibilità dei progetti; l’introduzione di elementi naturali nella pianificazione delle città; la promozione di politiche e strategie che permettano di rendere scalabili le pratiche circolari; la ricerca di un equilibrio fra standardizzazione e individualismo; la condivisione delle best practices; il riuso e il riciclo dei materiali.

Il caso di Concular e la domanda di acciaio a basse emissioni

A questo proposito, è utile guardare all’esempio di Concular, “il più grande mercato europeo per l’edilizia circolare”, per usare le parole del CEO Dominik Campanella. Si tratta di una piattaforma che sfrutta l’intelligenza artificiale per abbinare la domanda di materiali da costruzione degli acquirenti con l’offerta di materiali circolari dei fornitori, dotati di un apposito passaporto digitale che ne certifica l’origine.

“L’acciaio, per esempio, può essere riciclato all’infinito senza perdere le sue proprietà”, come ha spiegato Marina D’Antimo, Advanced Building Solutions & Sustainability Lead Steligence ArcelorMittal. “Cresce la richiesta di acciaio a basse emissioni. Come lo si ottiene? Grazie a elettricità rinnovabile e rottami riciclati. È fondamentale, inoltre, puntare sull’ecodesign e sull’uso efficiente delle risorse”.

Acciaio a basse emissioni
Foto di Elisabetta Scuri/Canale Energia

L’edilizia e la generazione di valore sociale

Se misurare la E di ESG è ormai relativamente semplice, come si misura invece la S? Questa la domanda posta da Davide Agazzi, co-fondatore di FROM, in un panel dedicato proprio ai criteri ambientali, sociali e di governance in ambito edilizio. “C’è una definizione ancora troppo vaga di sostenibilità sociale, che fa riferimento alle relazioni che l’azienda intrattiene con i lavoratori, i fornitori, i clienti e le comunità in cui opera. Le imprese si concentrano principalmente sulla formazione dei dipendenti, sui temi della diversità, dell’inclusione e della parità di genere; i costruttori guardano soprattutto al tema della salute e della sicurezza sul lavoro, ma raramente si va fino in fondo al processo”, ha rimarcato Agazzi.

Impatto sociale edilizia
Foto di Elisabetta Scuri/Canale Energia

“Le imprese edili però hanno l’opportunità di passare dalla compliance alla creazione di valore e alla generazione di un impatto positivo sui territori”. Il modello sviluppato da FROM per la generazione di valore sociale prevede vari passaggi, dall’analisi dei rischi e delle opportunità legate al contesto alla progettazione dell’intervento, dalla gestione delle operazioni ai piani di comunicazione. Diversi sono gli aspetti su cui si può lavorare: rigenerazione urbana, impatto economico, capitale umano, welfare territoriale, economia locale, infrastruttura sociale.

La rigenerazione urbana al servizio delle comunità

Un esempio che ha saputo coniugare diversi ambiti è l’Albergo etico di Cesenatico, presentato da Daniele Levi Formiggini di fondazione illimity. La struttura, rimasta per lungo tempo abbandonata, è ritornata a vivere grazie all’opera di rigenerazione degli esperti di illimity e neprix e alle idee degli studenti e delle studentesse della città. Oggi la struttura è gestita da Albergo Etico, che dà il nome all’hotel e si occupa di introdurre nel mondo lavorativo persone con disabilità.


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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.