REbuild 2024, democratizzazione dell’energia e salubrità degli edifici al centro del dibattito

Dalle Hydrogen Valleys alle CER, i nuovi modelli energetici ridisegnano territori e comunità, mantenendo il benessere abitativo fra i driver del valore. Gli spunti emersi a REbuild 2024

Nel 2023, l’integrazione delle fonti rinnovabili nel sistema energetico ha segnato un nuovo record, arrivando a rappresentare l’86 per cento della nuova potenza installata e raggiungendo così una capacità totale di 3.870 GW a livello globale.

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Foto di Elisabetta Scuri/Canale Energia

Lo ha ricordato il giornalista Andrea Ballocchi, citando dati dell’IRENA, aprendo un panel sul tema del green sharing a REbuild 2024, in programma dal 14 al 15 maggio a Riva del Garda.

Il passaggio da un modello centralizzato a uno policentrico

“Triplicare la capacità rinnovabile e raddoppiare l’efficienza energetica sono fra i principali obiettivi stabiliti alla COP28, ha commentato Giuseppe Milano, segretario generale di Greenaccord Onlus. “È in questo percorso che si inserisce il processo di democratizzazione dell’energia, che sta portando alla diffusione delle comunità energetiche rinnovabili e al passaggio da un modello centralizzato a un modello policentrico, da pochi impianti a una costellazione di impianti di piccole dimensioni”.

Le sfide legate alla diffusione delle CER

“Per le ESCo gli investimenti nelle CER sono ancora poco remunerativi”, ha svelato Giorgio Callioni, responsabile Energy Transition Projects di EPQ – Gruppo Dolomiti Energia. “Fino al 45 per cento dell’incentivo deve essere destinato ai cittadini o a iniziative per il sociale. È interessante però cercare di capire come sfruttare queste aggregazioni naturali. Fra le varie iniziative, abbiamo adattato il modello Renewability alle piccole e medie imprese”.

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Giuseppe Milano ha spiegato che le CER possano rappresentare anche uno strumento di welfare aziendale, come nel caso della comunità nata a Misano Adriatico, presso la nuova sede di PlanGreen: il surplus economico, in questo caso, viene ridistribuito ai lavoratori. Accanto alle sfide di carattere imprenditoriale, un’altra questione che deve essere affrontata nel processo di democratizzazione dell’energia è la pianificazione delle città. “Noi oggi abbiamo strumenti urbanistici obsoleti. Servirebbe un ‘piano umanistico’ che riconosca la comunità come asset strategico”, ha spiegato Milano.

La nascita delle Hydrogen Valleys

E intorno alle città stanno nascendo anche degli altri modelli partecipativi: le Hydrogen Valleys. “L’idrogeno è un abilitatore dell’elettrificazione dei consumi finali, uno strumento utile a raggiungere la neutralità climatica e una soluzione complementare alle rinnovabili”, ha puntualizzato Luigi Crema, direttore del Center for Sustainable Energy della Fondazione Bruno Kessler e vicepresidente dell’Associazione italiana idrogeno (H2IT). “Attendiamo, entro luglio, l’approvazione di un’apposita strategia italiana”. E se i costi rappresentano ancora un ostacolo alla diffusione dell’idrogeno in ambito residenziale, il vettore potrà giocare un ruolo nella decarbonizzazione delle valli alpine, secondo Crema. Esiste già un progetto al riguardo, chiamato AMETHyST.

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Il tema della salubrità degli edifici

Bisogna infine ricordare che la qualità della vita delle popolazioni dipende sia dai territori sia dagli ambienti chiusi, dove trascorriamo svariate ore delle nostre giornate, a casa o in ufficio. Alla riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera tramite l’impiego dell’energia pulita si deve quindi affiancare la riduzione delle sostanze inquinanti presenti nell’aria indoor. Come ha ricordato Mario Pala, direttore della business unit MyDATEC di Telema

L’Organizzazione mondale della sanità considera un edificio salubre e sicuro se in grado di tutelare la salute e promuovere il benessere fisico, sociale e mentale degli occupanti, attraverso una progettazione, costruzione, manutenzione e collocazione territoriale capace di supportare un ambiente sostenibile e una comunità coesa.

Il protocollo WELL

È per certificare la salubrità degli edifici che nasce il protocollo WELL, gestito dall’International WELL Building Institute (IWBI). Oltre alla qualità dell’aria, guarda anche a quella dell’acqua, all’inquinamento acustico e all’illuminazione, oltre a una serie di parametri volti a misurare la capacità dell’immobile di assicurare il benessere psicofisico degli occupanti.

Protocollo WELL REbuild 2024
Foto di Elisabetta Scuri/Canale Energia

La volontà di rispondere a tutte queste sfide e, in generale, all’integrazione dei criteri ESG nel modello di business, può rappresentare per il real estate un “supporto alla definizione dell’immagine aziendale da comunicare, così da integrarla nella progettazione. La mappatura della cultura aziendale entra così nel progetto architettonico”, ha concluso Daniele Guglielmino, CEO di GET e membro del comitato scientifico della Società italiana di medicina ambientale.


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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.