Al via REbuild 2024

“Values drive value” è il tema dell’edizione di quest’anno. Il commento di Ezio Micelli, presidente del comitato scientifico

Fare bene generando del bene: questo è il nuovo mantra che, traendo ispirazione dalle parole di Benjamin Franklin, deve guidare i settori delle costruzioni e dell’immobiliare, secondo gli organizzatori di REbuild 2024, l’evento che dal 2012 anticipa le tendenze dell’edilizia contemporanea.

REbuild 2024 Micelli
Foto di Elisabetta Scuri/Canale Energia

“Ringrazio tutti i partecipanti a questa decima edizione di REbuild, un evento importante per il settore dell’edilizia, ma anche per il territorio che lo ospita. Sarà un’occasione per gli operatori di scambiarsi conoscenze, riflessioni, esperienze”, ha dichiarato all’inaugurazione Roberto Pellegrini, presidente di Riva del Garda Fierecongressi.

I cinque temi del cambiamento secondo REbuild

Sono cinque i temi che verranno affrontati nel corso della fiera, il 14 e 15 maggio a Riva del Garda: ricerca e sviluppo, industrializzazione e robotica, intelligenza artificiale, transizione energetica e tassonomia finanziaria. “Sono tematiche importanti per il nostro futuro: cambiamenti climatici, costo dell’energia e nuove tecnologie ci pongono di fronte a sfide cruciali. Questo evento sarà occasione per discuterne e per mettere a terra progetti concreti. Per la nostra città è significativo contribuire a questa crescita”, ha commentato Cristina Santi, sindaca della città.

REbuild 2024
Foto di Elisabetta Scuri/Canale Energia

La Direttiva “case green” al centro del dibattito

“Sono tante le risposte che dobbiamo dare ai cittadini, specialmente in un territorio particolare come quello del Trentino. Una priorità è ridurre il consumo di suolo, anche riqualificando il patrimonio edilizio esistente”, ha aggiunto Simone Marchiori, assessore alle Politiche per la casa della Provincia autonoma di Trento. Riguardo al tema della riqualificazione, l’assessore ha introdotto anche quella che sarà probabilmente una delle questioni maggiormente dibattute: la Direttiva “case green”. Secondo Marchiori, “gli obiettivi sono ambiziosi, ma forse troppo ravvicinati per essere sostenibili anche dal punto di vista dei cittadini”.

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Il patrimonio abitativo delle famiglie italiane

Uno è l’obiettivo principale della direttiva: entro il 2050, tutti gli edifici dell’UE dovranno essere a emissioni zero. Lo ha ricordato Ezio Micelli, presidente del comitato scientifico di REbuild e professore dell’Università IUAV di Venezia. “Negli anni REbuild ha incrementato la produzione di contenuti, cifre, dati. Restano ben saldi i nostri valori: è possibile costruire sviluppo e innovazione solo a partire da chiare cornici che abbiano a che fare con la nostra agenda contemporanea. Non c’è innovazione senza sostenibilità”.

Direttiva case green EPBD
Foto di Elisabetta Scuri/Canale Energia

L’ultimo rapporto annuale dell’Istat e della Banca d’Italia sulla ricchezza dei settori istituzionali evidenzia che le abitazioni (5.163 miliardi di euro) rappresentano circa la metà della ricchezza netta delle famiglie (10.422 miliardi). Le stime del comitato scientifico di REbuild indicano che oggi è necessario un contributo pubblico del 60 per cento per assicurare la sostenibilità economica della riqualificazione profonda del patrimonio immobiliare italiano. “Un domani potrà ridursi allo 0 per cento, grazie alle economie di scala e di apprendimento”, ha detto Micelli.

La dimensione sociale della transizione energetica

La riqualificazione del capitale umano e la digitalizzazione, stando agli esperti, saranno essenziali per aumentare la produttività e ridurre i costi a carico dell’edilizia, insieme alla promozione dell’economia circolare e della transizione energetica. “Rivendere materiali che sono esito di processi di demolizione è un’attività capace di generare profitto, come dimostrano casi studio a livello europeo. Le CER e i positive energy districts investiranno poi anche la dimensione sociale: producendo energia in forma aggregata siamo in grado di ricostruire legami di comunità”, ha concluso Micelli.

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REbuild e gli scenari post Superbonus

Davide Albertini Petroni, presidente di Confindustria Assoimmobiliare, ha approfondito ulteriormente le sfide per il real estate, responsabile del 36 per cento delle emissioni di CO2 dell’Unione europea. I progetti di rigenerazione urbana possano contribuire a favorire la transizione ambientale, aumentando la qualità del costruito e riducendo il fenomeno dell’esclusione sociale.

L’intervento di Piero Petrucco – vicepresidente dell’Associazione nazionale costruttori edili (ANCE) – si è concentrato proprio sulla qualità del costruito. Petrucco ha evidenziato che “quasi il 75 per cento dell’intero patrimonio residenziale italiano, costituito da circa 12,2 milioni di immobili, è stato costruito prima dell’emanazione delle norme antisismiche e sull’efficienza energetica”.

Su 12,2 milioni di edifici, circa 9 milioni rientrano nelle classi energetiche più energivore (E, F e G). Tuttavia, secondo le analisi dell’ANCE, “mantenendo lo stesso ritmo di ristrutturazioni fatte col Superbonus negli ultimi anni, riusciremmo a centrare l’obiettivo fissato dall’EPBD per il 2030”. Fino al 2023, il Superbonus ha portato alla ristrutturazione di 460mila edifici: entro la fine del decennio, sarà necessario ristrutturare un altro milione di immobili.


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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.