Olio di palma, i dati dell’Impact Report 2016 di RSPO

OliodipalmaAree ad alto valore di conservazione, eliminazione del pesticida Paraquat, supporto ai piccoli produttori, risoluzione delle controversie. Sono i punti toccati dall’ edizione 2016 dell’Impact Report di RSPO, l’associazione che riunisce gli stakeholder della filiera dell’olio di palma.  Numeri che, sottolinea l’organizzazione, testimoniano i risultati ottenuti sul fronte della sostenbilità ambientale e sociale. 

I risultati ottenuti 

Per quanto riguarda le aree ad alto valore di conservazione presenti all’interno di concessioni certificate sostenibili il dato è pari a 157.115 ettari, in crescita del 9% rispetto a giugno 2015.  Sul fronte pesticidi il report mostra, invece, come siano 40 i produttori di olio di palma certificato sostenibile RSPO che hanno eliminato il pesticida paeaquat, mentre almeno 33 hanno istituito policy che vietano l’uso di pesticidi di categoria 1a e 1b. Altro dato presente nel rapporto quello relativo alla risoluzione di controversie: “sui 63 casi aperti dal 2009, già 41 sono stati risolti o in fase di risoluzione” si legge in una nota. infine se si prende in considerazione il supporto ai piccoli produttori, la pubblicazione menziona l’apertura nel 2013 da parte di RSPO di un fondo in favore degli agricoltori sotto i 50 ettari (Smallholder Support Fund): l’obiettivo è rimborsare i costi di certificazione e promuovere diffusamente pratiche di agricoltura sostenibile.  Il dato de relativo alle certificazioni nell’ultimo anno è di 109.415 piccoli produttori. 

La certificazione come strumento per introdurre sostenibilità 

“RSPO riconosce che la coltivazione di palma da olio è stata una delle maggiori cause di deforestazione nelle aree tropicali. Tuttavia, come emerge dai dati presentati oggi, l’opzione certificata sostenibile permette di coniugare la coltivazione alla tutela dell’ambiente, della biodiversità e delle comunità locali” commenta in una nota Darrel Webber, CEO di RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil). “In futuro, dobbiamo continuare a lavorare con le istituzioni nazionali e sovranazionali per definire il giusto bilanciamento tra sviluppo economico e tutela dell’ambiente”.


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