I tre nodi della transizione energetica

La riflessione nel corso di Lpg Week a Roma

Ci sono molti modi in cui tutti i giorni esperti e addetti ai lavori definiscono la transizione energetica in tutto il mondo ma di certo c’è un aggettivo che fotografa meglio di altri il momento che stiamo attraversando a livello globale: si tratta di un processo “difficile”.

Le regioni di questa complessità sono state affrontate oggi a Roma nella prima giornata di Lpg Week, congresso ed esposizione fieristica promossa ogni anno dalla World Lpg Association (competente per il tema Gpl) e organizzata nel 2023 in Italia da Federchimica-Assogasliquidi.

I colli di bottiglia della decarbonizzazione

Sono tre, in particolare, gli aspetti da prendere in considerazione, secondo quanto illustrato sul palco da Stefano Zamagni, membro dell’Accademia pontificia per le Scienze sociali.

i tre nodi della transizione energetica Stefano Zamagni, membro dell’Accademia pontificia
Stefano Zamagni, membro dell’Accademia pontificia per le Scienze sociali. Foto di Antonio Jr. Ruggiero

In primis “la questione della correttezza: la transizione energetica tende a porre l’onere sui Paesi e sui gruppi di persone meno resilienti, con la conseguente generazione di resistenze”.

Inoltre, occorre considerare l’esigenza di “una scelta: nel percorso verso la green economy spesso manca un’analisi scientifica sui pro e sui contro delle opzioni a disposizione, ad esempio sulla possibilità di intraprendere una transizione accelerata o rallentata”. Da questo punto di vista basti pensare che “le dieci principali banche europee sono ancora legate a progetti che comportano emissioni. C’è stata la proposta di creare una bad bank su questi crediti ma non c’è accordo politico sul tema”.

Infine, Zamagni ha ricordato l’aspetto istituzionale: “Nel mondo non esiste un’organizzazione internazionale”, dotata di carattere politico e in qualche modo vincolante, “che si occupi di energia e ambiente. Per questo motivo si va avanti con le Cop dove non si sottoscrivono molti accordi”.

La posizione italiana

La visione del nostro Paese su questi temi è stata portata sul palco della Lpg Week di Roma dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.

Abbiamo presentato la nostra proposta di Piano nazionale integrato energia-clima che prevede un percorso di decarbonizzazione al 2030 con un ruolo significativo delle rinnovabili e il venir meno di carbone e petrolio”.

Si tratta, però, di obiettivi “che devono purtroppo confrontarsi con le conseguenze della situazione geopolitica”, come ricordato dal titolare del Mase.

Per far fronte alle difficoltà del momento serve una decisa “capacità di agire del sistema”, anche perché “l’Italia deve cogliere l’opportunità di una nuova rivoluzione industriale evolvendo il nostro modo di produrre. Il gas e il Gpl hanno un ruolo importante di accompagnamento” della transizione energetica” e, secondo Pichetto Fratin, fissati i target non esistono soluzioni uniche per raggiungerli.

Il riferimento è all’impulso sull’elettrificazione dei consumi finali dato dalla politica Ue, rispetto al quale l’Italia difende la posizione di “biocarburanti e biometano”.


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Nato ad Avellino, giornalista professionista, laurea in comunicazione di massa e master in giornalismo conseguito all’Università di Torino. È direttore della rivista CH4 edita da Gruppo Italia Energia. In precedenza ha lavorato nel settore delle relazioni istituzionali e ufficio stampa, oltre ad aver collaborato con diversi media nazionali e locali sia nel campo dell’energia sia della politica. È vincitore di numerosi premi giornalistici nazionali e internazionali.