L’acqua è la risorsa più preziosa del nostro pianeta in quanto fonte di vita, ma ne sprechiamo tantissima.
In parte perché la inquiniamo senza ritegno in parte per problemi legati ai sistemi di distribuzione carenti e pieni di perdite.
Un problema che affligge anche le aree industrializzate occidentali.
La crisi idrica in Italia ed Europa
Guardando ad alcuni dati della indagine “Smart Water Monitoring Report”, commissionato a JEME Bocconi da Quick Algorithm, startup italiana impegnata in analisi avanzata dei dati e AI, emerge come solo in Europa ci sia un 17% di carenza d’acqua.
Solo in Italia in un anno viene sprecato più di un terzo di tutta l’acqua immessa nella rete idrica. Di questa il 42% di acqua potabile che potrebbe dissetare 43 milioni di persone.
Le maggiori perdite idriche nel nostro paese sono dovute a:
- settore dell’industria (43%)
- consumi domestici (40%)
- attività agricola (17%).
Il tema è al centro anche dell’agenda politica. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha stanziato 900 milioni di euro per un investimento pubblico, finanziato in parte dal PNRR (che alloca 293 milioni di euro al progetto), volto all’ammodernamento ed efficientamento dell’infrastruttura esistente e al contrasto delle perdite.
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Al momento sono stati approvati trentatré progetti per una spesa ripartita in 536 milioni di euro. L’obiettivo è arrivare entro la fine del 2024 a 45.500 km (9,1% del totale) di condotte di acqua potabile di sensori e strumentazione di controllo deputati ad individuare tempestivamente le perdite, a localizzarle con precisione e a fornire i dati necessari per attivare interventi risolutivi.
Marzo 2026 invece è la pietra miliare per riconvertire 72.000 km di condutture, in pratica il 15 per cento della rete.
Le risposte tecnologiche dello smart water
Per contenere le perdite idriche esistono diverse tecnologie digitali in grado di monitorare lo stato dell’infrastruttura idrica, individuando per tempo, e a volte anche con tecniche di manutenzione predittiva, prevenendo eventuali guasti.
Si tratta di un settore industriale che oggi vale 16 miliardi di dollari a livello globale e secondo le stime è destinato a crescere anche fino a 45 miliardi entro il 2032 (+11,5% anno su anno) secondo l’indagine JEME.
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In questo settore la startup Quick Algorithm ha messo a punto una soluzione si tratta di Scops. Si tratta di una soluzione plug and play in grado, combinando l’intelligenza artificiale con sensori IoT a lungo raggio, di monitorare i dati provenienti da macchinari e infrastrutture migliorando l’efficienza energetica, idrica e produttiva del settore industriale fino al 30%.
“Essere allertati di un consumo anomalo o del malfunzionamento di un impianto dopo qualche ora, invece che dopo qualche settimana o mese, può fare una differenza decisiva quando si parla di grandi numeri” afferma Jacopo Piana, fondatore e CEO di Quick Algorithm.
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