Buone notizie in termini di efficienza energetica: il parco edilizio nazionale migliora le sue prestazioni energetiche. È quanto emerge dal IV Rapporto annuale sulla certificazione energetica degli edifici a cura di ENEA e del Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente (CTI).
Dati incoraggianti secondo Mauro Mallone DG incentivi energia Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che aprono però alcuni interrogativi rispetto la posizione del nostro Paese in Europa.
“E’ importante capire come si realizzano gli attestati di prestazione energetica negli altri paesi. Va rafforzata la presenza dell’Italia presso la Commissione europea” commenta Mallone. “Perchè il fatto che abbiamo così tanti edifici in classe bassa forse è anche dato da come vengono effettuati gli APE nei diversi paesi europei”. Di fatto Mallone ipotizza che ci sia una differenza nella modalità di misurazione che penalizza alcune nazioni rispetto ad altre.
“Rispetto la Direttiva (Direttiva EPBD sulla prestazione energetica degli edifici n.d,r,) dobbiamo difendere e portare la nostra posizione in Europa, per gestire la sfida della decarbonizzazione in modo più fattibile e meno doloroso”.
“E’ chiaro che se il nostro Paese vuole raggiungere i target 2050 c’è del lavoro da fare” conclude Mallone.
Certificazioni di prestazione energetica, manca omogeneità europea”
“Il significativo aumento dei costi energetici e la crisi climatica in atto rappresentano problematiche sempre più stringenti che rendono ancora più necessari gliinterventi per il miglioramento energetico degli edifici”, sottolinea il presidente ENEA, Gilberto Dialuce.
L’analisi considera i risultati dell’analisi di circa 1,3 milioni di attestati di prestazione energetica (APE) registrati nel SIAPE ed emessi nel 2022 da 17 Regioni e 2 Province Autonome.
La prestazione del parco edilizio nazionale nello specifico
Diminuiscono gli immobili di classe F e G (-3,7%) mentre aumentano quelli con una classe energetica più performante A4-B (+3,7%). Resta comunque una maggioranza di edifici in classe energetica bassa. Il 55% del parco nazionale è nelle classe più basseF e G.
Sono oltre 17 mila gli APE registrati nel SIAPE nella categoriaEdifici a energia quasi zero(NZEB– Nearly Zero-Energy Buildings) tra il 2015 e il 2022.
Le novità di questa edizione
Nel rapporto quest’anno l’Enea ha introdotto alcune novità come una sezione dedicata a nuovi strumenti e metodi di analisi per il miglioramento della qualità degli APE. Le specifiche guardano sopratutto al potenziamento delle metodologie di controllo da parte del certificatore sia durante la fase di predisposizione dell’APE che in quella successiva.
Il report ha inoltre approfondito il tema dell’implementazione del Catasto Energetico Unico (CEU) regionale, il ruolo del Portale nazionale per la Prestazione Energetica degli Edifici (PnPE2) e delle altre applicazioni informatiche predisposte da ENEA.
Un questionario sulla Direttiva EPBD
Altra novità dell’anno è stata la somministrazione a un campione di circa 80 soggetti, tra associazioni, consorzi e ordini professionali, rispetto il sistema di certificazione energetica nazionale con un focus dedicato alle proposte di revisione della Direttiva EPBD sulla prestazione energetica degli edifici.
“Questo nuovo capitolo della collaborazione tra ENEA e CTImette in luce il processo di miglioramento continuo delle informazioni che possono essere raccolte, analizzate e trasmesse alla Pubblica Amministrazione e agli operatori interessati”, evidenzia il presidente del CTI, Cesare Boffa.
Le regioni più efficienti
Lombardia (20,5%), Lazio (9,6%) e Veneto (8,4%) sono le prime tre regioni sul podio per censimento della prestazione energetica. Sono sopratutto i passaggi di proprietà (80%) l’origine dell’effettuazione delle prestazioni.
Aumentano anche le riqualificazioni energetiche (5,7%) e le ristrutturazioni profonde (4,1%), segnando un +1,5% per entrambe le categorie rispetto al 2021.
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