“Oltre il claim”, il fashion show dedicato alla moda sostenibile

Durante la Fashion Week di Milano, sarà possibile ammirare alcuni dei capi certificati dalla World Sustainability Organization.

fashion show moda sostenibile WSO
Foto di Cesar La Rosa su Unsplash

Andare “oltre il claim”, oltre gli slogan altisonanti che, nell’industria della moda, rappresentano spesso degli esempi di greenwashing: è questo l’obiettivo del fashion show organizzato, nell’ambito della Milano Fashion Week, dalla World Sustainability Organization (WSO). Si tratta dell’organizzazione che ha ideato le certificazioni Friend of the Sea e Friend of the Earth e che, dal 2020, certifica anche abiti e accessori prodotti nel rispetto dell’ambiente e dei lavoratori.

Il concept store “Sustainable Friends”

Lo show si terrà sabato 23 settembre in via Santa Marta, 18 a Milano e sarà preceduto da una conferenza sul tema. Le creazioni degli undici marchi selezionati dalla WSO saranno però visibili durante l’intera Settimana della Moda – a partire da oggi, 19 settembre, fino al 25 – presso il concept store “Sustainable Friends” in Galleria Passarella, 1 (San Babila).

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Di seguito, l’elenco dei brand e la loro provenienza

  1. Celeste (Brasile)
  2. Demode (Brasile)
  3. Tropicca (Brasile)
  4. Pacoaeco (Brasile)
  5. Natural Cotton Color (Brasile)
  6. Esien (Nigeria)
  7. Kaoné (Kosovo)
  8. Zoe Klose (Svizzera)
  9. Esmee (Regno Unito)
  10. Katharyne Story (Stati Uniti)
  11. Mamiki & Caruso Wearable Art (Italia)

Stop al greenwashing

Si calcola che l’industria della moda sia responsabile del 10 per cento delle emissioni globali di carbonio, più del totale di tutti i voli internazionali e del trasporto marittimo messi insieme. Si stima che la produzione tessile sia responsabile di circa il 20 per cento dell’inquinamento globale dell’acqua potabile a causa dei vari processi a cui i prodotti vanno incontro, come la tintura e la finitura, e che il lavaggio di capi sintetici rilasci ogni anno 0,5 milioni di tonnellate di microfibre nei mari.

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Nel 2020, il settore tessile è stato la terza fonte di degrado delle risorse idriche e dell’uso del suolo. In quell’anno, sono stati necessari in media 9 metri cubi di acqua, 400 metri quadrati di terreno e 391 chilogrammi di materie prime per fornire abiti e scarpe a ogni cittadino dell’Unione europea. Fortunatamente, sono sempre di più le aziende che si stanno impegnando a ridurre il proprio impatto ambientale, ma è importante che i consumatori stiano attenti a distinguere le iniziative concrete dalle semplici campagne di comunicazione.


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