L’Aeeg indaga sulla qualità di distribuzione dell’energia elettrica in Italia, con il risultato che il nord beneficia di servizi migliori rispetto al sud.
Il tema del consumo di energia è strettamente connesso all’esigenza di risparmio che non sembra venire meno tra i cittadini italiani. L’arrivo delle bollette costituisce un momento dolente per molte famiglie che, nonostante gli sforzi profusi nel cercare le tariffe più basse ponendo Eni e le sue tariffe a confronto con quelle di Enel, Edison e degli altri fornitori, spesso devono far fronte a esborsi superiori alla loro disponibilità.
C’è chi poi, accanto alle problematiche di tipo economico, si pone quelle relative all’ottimizzazione dei consumi, imponendosi un uso limitato degli impianti, trascurando però l’importanza del funzionamento di questi e di adeguare le scelte delle tariffe in base al proprio stile di vita. È il caso, per esempio, della tariffa bioraria o monoraria offerte dalla maggior parte degli operatori e che permettono di adeguare i costi dell’energia in base all’uso effettivo, ovvero se gli impianti sono in azione maggiormente durante il giorno o la sera e nei weekend.
Ottimizzare i consumi di energia deve divenire una delle esigenze primarie per i consumatori, utile sia a ridurre i costi sia a tutelare l’ambiente grazie a questo tipo di scelta.
Resta il fatto però che non è sempre possibile usufruire dei servizi migliori di erogazione dell’energia, soprattutto quella elettrica, perché, come conferma una ricerca dell’AEEG, esistono differenze tra la qualità delle erogazioni al nord Italia e quelle al Sud Italia.
L’AEEG, che è l’Autorità per l’Energia Elettrica e per il Gas, ha infatti condotto una ricerca sullaqualità del servizio di energia elettrica che le compagnie erogano sul territorio nazionale e ha stilato una prima graduatoria (rintracciabile sul sito ufficiale dell’Autorità) sulle società di distribuzione dell’elettricità a livello nazionale.
La ricerca è stata condotta analizzando il confronto tra il numero e la durata delle interruzioni, sia a causa dell’operatore che a causa di guasti e danni provocati da terzi.
La classifica stilata vede in prima linea tra i servizi peggiori, quelli forniti alle regioni del sud, al contrario del nord che beneficia di una qualità migliore del servizio: il motivo è semplice e sembra risiedere nel fatto che al nord la maggior parte delle infrastrutture energetiche sono a rete interrata.
Secondo quanto si legge dal documento ufficiale stilato dall’Autorità, sarebbero soprattutto i paesini con 50 mila abitanti ad essere i più favoriti: “In generale la situazione più favorevole per numero e durata di interruzioni riguarda circa 10 milioni di italiani che vivono nelle città con oltre 50.000 abitanti: il 68% subisce mediamente meno di tre interruzioni l’anno, il 20% da 3 a 6interruzioni e il restante 12% oltre 6 interruzioni.”
Sulla durata delle interruzioni, invece, pare che in media siano 4 su 10 i clienti che hanno riscontrato maggiori problemi: “Per quanto riguarda la durata delle interruzioni, 4 clienti su 10 hanno avuto in media disservizi complessivamente inferiori a 25 minuti, 5 su 10 hanno subito interruzioni dai 25 a 50 minuti, il restante 12% oltre i 50 minuti”, riporta il documento.
Quelli più svantaggiati, quindi, sarebbero i comuni di media grandezza che, per quanto riguarda le interruzioni, ne subiscono da un minimo di 3 volte ad un massimo di 6 volte in un solo anno.
Come spiega l’AEEG nel documento, infatti, “Per le utenze allacciate in media tensione, le prestazioni migliori in relazione al numero di interruzioni lunghe e brevi e di interruzioni transitorie, sono equamente distribuite tra le imprese distributrici, anche se con un leggero primato delle società nel Nord Italia”.
a cura di Valeria Cannizzaro
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