Il settore hospitality guarda con sempre maggiore attenzione al tema della sostenibilità. E’ quanto emerge da una indagine svolta da Accor, gruppo mondiale impegnato nel settore dell’ospitalità rivolta alla community dei Travel Manager di Travel for business.
I dati dell’indagine
L’indagine ha coinvolto 107 Travel Manager italiani provenienti da diverse aziende per dimensione e ambito, dislocati come segue la maggioranza nel Nord Ovest (45%), seguita dal Nord Est (35%), il Centro (17%) e infine il Sud (3%).
Nel complesso è emerso come l’approccio complessivo per la scelta di una struttura guarda all’impatto ambientale delle stesse.
- Il 72% dei Travel Manager conferma che le politiche aziendali stanno andando verso la selezione di fornitori e servizi di viaggio che rispondo a principi sostenibili anche se permangono criticità.
- Il 29% degli intervistati sottolinea la mancanza di politiche aziendali specifiche in materia.
- Il 57% dichiara di non avere ancora allineato la Travel Policy con linee guida dedicate alla sostenibilità.
I driver decisionali nella selezione delle strutture alberghiere
- il 37% sceglie hotel con programmi di riduzione e riciclaggio dei rifiuti;
- il 39% preferisce che sia ridotto al minimo l’uso di materiali in plastica monouso;
- il 48% è attento che si comunichino ai propri ospiti le pratiche sostenibili adottate;
- il 54% vuole che si presti attenzione anche alle emissioni della supply chain;
- il 64% considera importante la presenza di certificazioni ambientali.
I principi di sostenibilità e lo scenario dell’indagine sui travel manager
Per comprendere meglio i dettagli dell’indagine e quali siano i principi di sostenibilità presi in considerazione, Canale Energia ha raggiunto Rosemarie Caglia, Ceo di Travel for Business.
I travel manager fanno riferimento nella scelta a strutture in possesso di certificazioni specifiche o all’autocertificazione?
Dalla ricerca eseguita le certificazioni ambientali rappresentano un risultato primario e importante nella scelta delle strutture alberghiere durante l’attività di travel management. Con un peso del 63,7% assegnato, risulta evidente che le aziende e i travel manager considerano fondamentale selezionare hotel che abbiano ottenuto tali certificazioni per valutarne in modo concreto l’impegno verso la sostenibilità.
Riteniamo che tale principio fornisca una maggiore trasparenza alle aziende che cercano di prendere decisioni sostenibili in ottica di hotel program. Inoltre, le aziende oggi attribuiscono un peso significativo a pratiche che includono la gestione dei rifiuti, l’uso responsabile dell’acqua, l’efficienza energetica, l’adozione di fonti di energia rinnovabile, le iniziative ecologiche, i materiali in plastica monouso, ma anche gli aspetti social e di governance, oggetto della ricerca stessa.
Quale parametro ha valutato la ricerca rispetto gli spostamenti, il mezzo preferito, la distanza?
La preferenza per il mezzo di trasporto e la scelta tra viaggi in Italia o all’estero dipendono da molte variabili per ogni singola azienda. Queste variabili possono includere la destinazione, la distanza, la durata del viaggio, il budget, le politiche aziendali, le preferenze personali e altre circostanze specifiche. La ricerca ha posto l’attenzione sul tema dell’Hotel Management in chiave sostenibile.
Tuttavia, anche se gli spostamenti non sono un tema indagato, riteniamo di poter dare il nostro punto di vista sulla vostra domanda indicando che la sostenibilità è diventata un aspetto sempre più rilevante nel settore dei viaggi d’affari. Molte aziende stanno adottando politiche e strategie per ridurre l’impatto ambientale dei loro spostamenti e per promuovere pratiche sostenibili. Quando si tratta della scelta del mezzo di trasporto, le considerazioni sulla sostenibilità possono influenzare la preferenza.
Ad esempio, i viaggi in treno possono essere considerati opzioni più sostenibili rispetto ai voli aerei, poiché emettono meno emissioni di carbonio. Pertanto, alcuni viaggiatori e aziende potrebbero preferire, su certe distanze, questi mezzi di trasporto per ridurre l’impatto ambientale dei loro spostamenti.
I viaggi in aereo possono avere impatti ambientali significativi. Tuttavia, il rapporto “Trasporti e Ambiente 2020 – (TERM)” evidenzia che il volo non è necessariamente la scelta peggiore rispetto all’uso di un’auto a benzina o diesel, specialmente per i viaggi solitari. Sebbene l’impatto delle emissioni aeree sia maggiore, il rapporto rileva che su distanze più lunghe i costi ambientali del viaggio aereo aumentano di meno, poiché i costi di atterraggio e decollo non variano con la distanza in un volo diretto.
Su questo si è espressa la Francia con una norma entrata in vigore a maggio di quest’anno che vieta i collegamenti aerei interni su tratte brevi. Se è disponibile un’alternativa ferroviaria per percorsi inferiori alle due ore e mezza. Dopo un anno di negoziati, la Commissione UE ha dato il via libera a questa misura.
Come viene rendicontato l’impatto degli spostamenti?
Il tema degli spostamenti non è il tema indagato nella ricerca poiché ci si è concentrati sulla gestione della selezione delle strutture alberghiere in chiave ESG.
Il Corporate Travel Manager si occupa, rispetto a un mobility manager figura dedicata a migliorare la sostenibilità degli spostamenti aziendali, della gestione strategica dei viaggi aziendali per motivi di business. Per valutare l’impatto ambientale dei viaggi di lavoro, può utilizzare calcolatori delle emissioni di CO2 o strumenti simili. Alcune piattaforme di prenotazione viaggi per il mondo corporate, come Egencia o BizAway, offrono un servizio di stime in tempo reale dell’impatto delle emissioni di volo. Offrono anche la possibilità di compensare le emissioni attraverso progetti di sostenibilità selezionati.
Il Travel Manager può inoltre utilizzare piattaforme di gestione delle spese e dei viaggi aziendali, come Emburse o Zucchetti. Queste offrono dati sulle emissioni di carbonio per i viaggi, consentendo di creare rapporti personalizzati per monitorare la propria impronta di carbonio.
Anche società di fintech o di pagamento delle spese di viaggio come AirPlus, offrono al travel manager reporting sulle emissioni della CO2 sugli spostamenti.
Si consideri però che ad oggi tali reporting sono abbastanza coerenti per quanto riguarda i voli aerei, in quanto la fonte dati univoca è quella di ICAO* utilizzata da diverse piattaforme di prenotazione e rendicontazione. Mentre per il calcolo delle emissioni per altri mezzi o in riferimenti ai pernottamenti alberghieri, non esiste ancora un criterio comune e trasparente dei dati che consenta una rendicontazione puntuale e certa.
* L’ICAO ha sviluppato una Calcolatrice delle Emissioni di Carbonio (Carbon Emissions Calculator) che consente di stimare le emissioni di CO2 prodotte da un volo specifico o da un’intera rotta aerea. Questo strumento aiuta a valutare l’impatto ambientale dell’aviazione e a identificare opportunità per la riduzione delle emissioni.
A riguardo di un sistema trasparente e coerente dei valori CO2 nei viaggi d’affari è stato prodotto da BT4Europe, l’Associazione europea che raggruppa le associazioni nazionali del travel management un Position paper. L’istanza presentata è ampia e qui vi indichiamo due punti che riteniamo significativi:
- Legiferare, affinché sia obbligatorio fornire gratuitamente rapporti sui dati delle emissioni di CO2 per i servizi di viaggio acquistati a tutte le aziende e organizzazioni.
- Sollecitazione all’UE per adottare uno standard di rendicontazione per i dati ambientali sugli spostamenti dei dipendenti. E ne richiedono l’inclusione nella relazione non finanziaria, accessibile liberamente al pubblico.
Come si può intendere, il divario tra un sistema trasparente di fornitura dati CO2 rispetto alla rendicontazione nel business travel è ancora evidente.
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