Come progettare spazi urbani resilienti alla crisi climatica

La selezione del progetto europeo progetto CREATE – “Climate REsponses for the AdriaTic rEgion”

Africa Blues. Mozambico nel 2100: proiezioni della crisi climatica sui volti di chi la vive ogni giorno progettare spazi urbani
Leonel Maló, guardiano della Stazione di Biologia Marittima dell’isola di Inhaca, Dipartimento di Ricerca della Facoltà di Scienze dell’Università Eduardo Mondlane di Maputo. Uno scatto di Africa Blues. Mozambico nel 2100: proiezioni della crisi climatica sui volti di chi la vive ogni giorno

E’ possibile costruite strade più sicure nei momenti di piogge estreme facendo si che siano in grado di filtrare le acque delle piogge e farle assorbire velocemente dal terreno. Come esistono realtà costiere costruite in modo da difendere la città dall’innalzamento del livello del mare mantenendo la funzionalità del tessuto urbano.

E’ di questo che si è occupato il progetto europeo progetto CREATE – “Climate REsponses for the AdriaTic rEgion” individuando e selezionando risposte esistenti e strutturali ai cambiamenti climatici. L’obiettivo è mettere a disposizione soluzioni e peculiarità specifiche così da trovare la migliore risposta a esigenze simili.

“CREATE ha analizzato quanto già prodotto da precedenti progetti finanziati dal programma Interreg Italia-Croazia e ha selezionato le esperienze, gli strumenti e le pratiche più utili per sostenere l’adattamento locale nell’area”, spiega Margaretha Breil, scienziata del CMCC e coordinatrice del progetto. “Una volta terminato un progetto – conclude Breil – molti dei prodotti, spesso utili, rimangono inutilizzati, perché nessuno ha i fondi per continuare a lavorarci, obiettivo di CREATE è continuare a dare vita a questi risultati e metterli a disposizione della società”.

Il progetto è coordinato dal CMCC, Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, con la partecipazione di partner italiani e croati quali Energy Institute Hrvoje Pozar, IUAV – Istituto Universitario di Architettura di Venezia, CNR, Regione Abruzzo, PAP-RAC, IOF – Istituto nazionale croato per l’oceanografia e la pesca, la Regione di Split-Dalmazia.

Il premio “Adriatic Adaptation Award”

La ricerca ha coinvolto le coste coste adriatiche di Italia e Croazia. E’ stato anche assegnato un premio l“Adriatic Adaptation Award”. A vincerlo la città di Pola, in Istria con  la progettazione dei rain gardens. Si tratta di sistemi naturali di infiltrazione, che, attraverso l’utilizzo strutture naturali come giardini e fossi, proteggono da allagamenti in caso di piogge violente.

In caso di pioggia, quantità significative di acqua vengono parzialmente trattenute e poi fatte scorrere verso bacini sotterranei. Da qui sono quindi scaricati gradualmente nel sottosuolo e isolo in parte nel sistema fognario. In questo modo si evitano i sovraccarichi e di conseguenza gli allagamenti. Ne guadagnano anche spazi di ritrovo e verde pubblico.

In nomination anche la città di Rimini e il suo Parco del Mare, nella città è stato rialzato il lungomare di 80 cm rispetto al passato con l’obiettivo di ovviare ad una serie di problemi legati all’innalzamento del livello del mare. Questa struttura dà sostegno anche a contenere gli impatti di ondate di calore e delle piogge con aree di ombra e drenanti.

Altri progetti che hanno ricevuto menzioni da CREATE sono stati la Regione Emilia Romagna e la sua Strategia di Gestione Integrata per la Difesa e l’Adattamento della Costa ai Cambiamenti Climatici (GIDAC), e il Parco Etnografico “Anton Plašimuha” presso il Comune di Lovran in Istria.


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