Servono dati per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. E’ quanto emerge dallo studio dell’analisi dei dati ibm (IBV), The ESG ultimatum: Profit or perish (profitto o morte), condotto su manager e consumatori.
Lo studio si basa sulle interviste a 2.500 dirigenti di 22 settori e più di 20.000 consumatori entrambi provenienti da 34 paesi.
Per il 41% dei manager intervistati è la assenza di dati adeguati “il maggiore ostacolo ai loro progressi ESG”. Al secondo (39%) posto vengono indicate le barriere normative. Seguono gli standard incoerenti (37%) e le competenze inadeguate (36%).
L’analisi dei dati per effettuare una strategia vincente di ESG
I consumatori “votano” la sostenibilità delle aziende “con i loro portafogli”, sottolinea Jonathan Wright, global managing partner sustainability services and global business transformation, IBM Consulting.
Per il 68% degli intervistati la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale (65%) sono molto o estremamente importanti. Non solo. Per quanto il 51% affermi che l’aumento del costo della vita negli ultimi 12 mesi ha reso più difficili le scelte sostenibili dal punto di vista ambientale; circa 6 su 10 confermano che almeno la metà dei propri acquisti è diretta a un brand la cui sostenibilità è comprovata.
Un potenziale mal supportato dai dati messi a loro disposizione.
- Solo 1 consumatore su 3 dichiara di disporre di informazioni sufficienti a prendere decisioni sostenibili in materia di investimento e di risparmio.
Analisi che trova riscontro nel sentiment degli stessi manager. Il 64% difatti ritiene che, nonostante i consumatori comprendano gli obiettivi e le prestazioni ESG delle loro organizzazioni, non hanno le informazioni necessarie che li sostengano nel processo decisioni di acquisto (41%) o di lavoro (37%) che sia ambientalmente sostenibile.
Si tratta di un fenomeno che interessa sei su dieci consumatori. “Dal momento che la maggior parte dei consumatori preferisce acquistare da e lavorare per i leader ESG, le aziende devono dare priorità alla trasparenza e abbattere le barriere dei dati ESG”, sostiene Wright.
Tra le cause di questo gap nel sistema secondo i manager c’è proprio la gestione dei dati. Difatti il 73% degli intervistati afferma che le loro aziende hanno difficoltà con un sovraccarico nella gestione dei dati manuali, mentre 7 su 10 sostengono di avere difficoltà a consolidare o analizzare i dati.
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Dato che trova un riscontro nel 95% degli intervistati che affermano come le loro organizzazioni abbiano sviluppato proposte ESG, ma solo il 41% di loro ha compiuto progressi in tal senso.
“Le organizzazioni che desiderano aumentare il sostegno degli stakeholder e soddisfare i requisiti di rendicontazione ESG dovrebbero implementare una roadmap di sostenibilità che comprenda tecnologie, servizi e partner dell’ecosistema in grado di posizionarle per un maggiore successo e aiutarle ad affrontare la conformità normativa,” conclude Wright.
Perché per le aziende gli ESG rappresentano un bene per il business:
- Il 76% dei dirigenti intervistati afferma che gli ESG sono fondamentali per la propria strategia aziendale.
- Quasi 3 dirigenti su 4 (72%) considerano gli ESG come un fattore di crescita piuttosto che un costo.
- Il 76% dei manager intervistati è d’accordo o fortemente d’accordo sul fatto che la propria organizzazione si concentra sul raggiungimento dei risultati ESG, non solo sui requisiti di reporting.
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