Il ruolo delle multinazionali agroalimentari nella gestione delle risorse idriche

Uno studio del Politecnico di Torino prende in esame i volumi d’acqua impiegati nella produzione di soia in Brasile.

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La coltivazione della soia in Brasile © PoliTO

In occasione della Giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo, il WWF ci ha ricordato che anche per produrre alimenti servono risorse idriche. Di conseguenza, la gestione sostenibile di un bene tanto prezioso dipende anche dalle multinazionali del commercio agroalimentare. Tema su cui si è concentrato uno studio del Politecnico di Torino, pubblicato proprio il 22 marzo sulla rivista Communication Earth & Environment.

L’importanza di una Water Stewardship

L’obiettivo della ricerca, condotta da Elena De Petrillo, Marta Tuninetti, Luca Ridolfi e Francesco Laio del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del PoliTO, è quello di fornire strumenti quantitativi che incentivino l’adozione di una “Water Stewardship” riguardo alle risorse idriche impiegate nel settore alimentare. Ovvero, una serie di strumenti volti a creare una collaborazione fra imprese, governi, cittadini e mondo scientifico per un uso responsabile dell’idrosfera.

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Il caso della soia esportata dal Brasile

I ricercatori si sono focalizzati sul caso della soia esportata dal Brasile, valutando i volumi d’acqua utilizzati (circa 100 miliardi di metri cubi nel 2018) per ognuna delle 1.620 municipalità brasiliane coinvolte nella produzione. Hanno così scoperto che il 70 per cento dell’acqua è nelle mani di sole nove grandi multinazionali del commercio agroalimentare. Nel 2018, una di queste nove ha esportato 15 miliardi di metri cubi, a fronte dei cinque miliardi importati dai Paesi Bassi.

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Flussi di acqua virtuale (in metri cubi e associati alla produzione di soia) a partire dalle municipalità brasiliane produttrici verso i principali Paesi importatori. I dati sono del 2018 © PoliTO

“È sufficiente questo dato per rendere evidente il ruolo chiave che simili aziende svolgono nella gestione delle risorse idriche. Ne consegue che l’urgente necessità di instaurare una Water Stewardship globale richiede l’impegno e la collaborazione non solo tra Paesi produttori e Paesi importatori di beni alimentari, ma anche la partecipazione responsabile delle multinazionali”, commenta il gruppo di ricerca. Un passo fondamentale anche alla luce degli effetti sempre più visibili dei cambiamenti climatici, e dei conflitti e delle migrazioni che ne derivano.


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