Irregolarità tra il prezzo applicato alla pompa e quello pubblicizzato. Manca anche la comunicazione dei prezzi dei carburanti. Con queste motivazioni oggi, 16 gennaio, sono partite le ispezioni nelle sedi delle società Eni Spa, Esso Italiana Srl, Italiana Petroli Spa, Kuwait Petroleum Italia Spa e Tamoil Italia Spa. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sta agendo con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.
Il ruolo della Guardia di Finanza
L’azione dell’Antitrust è partita in seguito alle infrazioni accertate sui prezzi dei carburanti praticati da oltre mille pompe di benzina a cura della Guardia di Finanza.
Nel complesso sono state registrate infrazioni su tutto il territorio nazionale di: 376 pompe marchio ENI 376, 40 della ESSO. 383 dell’IP, 175 Kuwait e 48 TAMOIL.
Quali violazioni sui prezzi carburanti l’Antitrust sta accertando
La violazione per cui sta agendo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato è omessa diligenza sui controlli rispetto alla rete dei distributori, in violazione dell’art. 20 del Codice del Consumo, spiega l’Autorità in una nota.
I cinque marchi non avrebbero adottato misure o iniziative idonee a prevenire e a contrastare condotte illecite a danno dei consumatori.
Nello specifico si tratta prevalentemente di una difformità tra il prezzo pubblicizzato e quello più alto in realtà applicato. Altra azione ricorrente è stata l’omissione nell’esposizione del prezzo praticato al portale “Osservaprezzi Carburanti”. Azione di supporto al consumatore per trovare la pompa con il prezzo più basso.
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