La comunità energetica può interessare diversi tipi di produzione di energia. Anzi di fatto rappresenta un’occasione di sinergia non solo tra persone ma anche tra aziende e bisogni diversi che insieme trovano risposte e incastri a problematiche e opportunità che singolarmente non avrebbero un egual valore. Questo quanto ci racconta l’esperienza di Micropyros Bioenertech, start up tedesca entrata a maggio 2021 nel mondo Pietro Fiorentini. Una delle poche aziende al mondo ad aver sviluppato a livello industriale processi di metanazione biologica.
Come il biometano può svolgere un ruolo attivo nella transizione ecologica? “Con la biometanazione offriamo la possibilità di stoccare grandi quantità di energia, superando il problema ei limiti delle batterie. Inoltre con la trasformazione di dimettano è possibile utilizzare una rete già esistente e capillare come quella del gas italiana per il trasporto del biometano e di fatto disporre di energia ovunque serva”, spiega a Canale Energia Gianfranco De Feo Ceo di Micropyros Bioenertech.
Una tecnologia quindi che è già realtà e che già si può misurare con le esigenze di città e centri industriali. Una ricetta che funziona quando i bisogni di più attori entrano in sinergia, spiega De Feo. Se guardiamo oltre ai silos e alle filiere del mondo utilities in generale si può fare molto per la transizione ecologica.
“Qualcosa si sta muovendo” rassicura il ceo di Micropyros Bioenertech.“L’ultima delibera dell’Arera sulle sperimentazioni guarda all’obiettivo di mettere insieme più attori, per studiare quelli che sono i punti bloccanti nella rete“. Ora si tratta quindi di approfondire “le tecnologie che sono alla base della transizione energetica”.
Il biometano come sinergia tra diverse esigenze: un caso pratico
“Abbiamo condotto una ricerca in un cointesto di una piccola città, 40 mila abitanti, e abbiamo valutato l’insieme delle energie rinnovabili che sono parte di questa comunità” spiega a Canale Energia Gianfranco De Feo Ceo di Micropyros Bioenertech. “Abbiamo così analizzato tutti i fenomeni del cosiddetto curtailment ovvero tutti quei casi in cui l’energia non viene prodotta perché non viene consumata”. Un fattore che riguarda molto la produzione di energia solare.
“Di questo abbiamo realizzato poi un caso pratico. Con Hera direzione acqua abbiamo risposto a un bisogno del gestore elettrico di flessibilizzare la rete. In questo caso abbiamo dato un contributo per rendere flessibile la produzione di energia sulla rete, eliminare la produzione di CO2 derivante dalla produzione di biogas con l’impianto di produzione acque. Inoltre Hera con Inrete aveva bisogno di approvvigionarsi biometano. In questo caso siamo riusciti a prendere gli eccessi di energia elettrica, trasformarli in idrogeno e trattarli con la CO2 in eccesso. Andiamo così a produrre CH4 che viene poi immessa nella rete di metanazione. Il tutto con un processo naturale”.
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