Una “task force” per mettere in atto una strategia energetica e abbattere i consumi delle infrastrutture della Difesa. Si tratta del Gruppo di Lavoro Permanente sull’Organizzazione Energetica (GLOE), istituito da un Decreto Ministeriale del 5 marzo 2010, con quattro scopi principali: l’economicità degli approvvigionamenti, la riduzione dei consumi del 20%, la tutela dell’ambiente attraverso la riduzione delle emissioni (20%) e il ricorso alle fonti rinnovabili come fonte energetica (20%).
Perché nasce il GLOE e come opera?
Lo abbiamo chiesto al suo presidente, il Generale dell’Aeronautica Militare Carlo Peluso. “Il perché di questa scelta è molto semplice. Noi abbiamo un consumo elettrico che ci classifica come ‘energivori’, paghiamo una bolletta elettrica da 140 milioni l’anno. Lo stesso vale per il gas (40 milioni €/anno) e l’acqua (50 milioni €/anno). Abbiamo, quindi, l’esigenza di ottimizzare gli usi finali e le spese sostenute così da consentire un risparmio per le casse dello Stato. Il primo obiettivo che ci siamo prefissati è stato quello di pagare meno l’elettricità – prosegue il Generale – accedendo ai benefici del mercato libero dell’energia”.
In effetti, attualmente l’acquisto dell’elettricità nei vari Enti della Difesa è delegato “in periferia”. Questo significa che in ogni caserma o base navale o aeroporto il contratto per la fornitura è demandato al comandante responsabile per la stessa infrastruttura. Il risultato è un quadro piuttosto frastagliato, disomogeneo e, di conseguenza, poco efficiente.
“Ogni contratto di fornitura per la Pubblica Amministrazione– chiarisce Peluso – deve far riferimento al prezzo Consip. Tale prezzo, per la sua costituzione, non è il miglior prezzo che si possa avere per la Difesa, non essendo definito puntualmente sull’effettivo consumo per singola fascia oraria tipico del comparto Difesa. Perciò, la prima azione è stata quella di censire tutti i consumi degli enti per fascia oraria. I dati raccolti verranno utilizzati per la stesura di una gara quadro a livello nazionale, in via di elaborazione, che possa beneficiare anche dell’economia di scala e che farà da riferimento nazionale per il prezzo. Grazie alle indicazioni sui profili di consumo orari, le ditte fornitrici potranno presentare delle offerte più mirate e, verosimilmente, più convenienti in termini di prezzo”. Grazie a questa nuova procedura, infatti, negli enti in cui si sono concluse nuove gare per le forniture si è potuto riscontrare un risparmio sul prezzo di fornitura elettrica di quasi il 20%.
La strada intrapresa, quindi, appare efficace. “Questo monitoraggio ci ha anche dato modo – prosegue il Generale – di individuare gli enti particolarmente energivori sui quali verranno effettuate ulteriori indagini”. Nell’ambito delle varie iniziative portate avanti dal Gruppo di Lavoro la Difesa sta iniziando a dialogare anche con altre nuove realtà, esterne alla propria struttura. Tra queste ci sono anche le ESCo. “La nostra apertura al mercato ha portato a confrontarci molto proficuamente con soggetti esterni come, ad esempio, Federesco – spiega il capitano dei Carabinieri, Milena Coccia – che hanno saputo dare un ottimo contributo collaborativo nel coniugare le esigenze della Difesa con le richieste di mercato. E’ ovvio, inoltre, che nel momento in cui dovesse essere bandita una gara per la gestione globale del servizio di fornitura di energia, dovremmo rivolgerci a società specializzate nello specifico settore. Al momento il rapporto con le ESCo è volto ad un confronto tra la nostra struttura tecnico-economica interna e la struttura di mercato esterna, per meglio capire quali possano essere i punti di contatto nelle reciproche esigenze”. Non avendo risorse economiche sufficienti per compiere investimenti in questo settore, i progetti vengono realizzati essenzialmente attraverso gli strumenti del partenariato pubblico-privato e della concessione: “Siamo impegnati anche nella promozione di tali iniziative facendo in modo che il mercato recepisca quanto possa essere vantaggioso investire in ambito Difesa con gli strumenti del partenariato anche in ambito di contenimento energetico”.
Accanto a questo, particolare sensibilità è volta ai bandi pubblici con fondi comunitari, tra cui quelli stanziati dal Ministero per lo Sviluppo Economico e dal Ministero dell’Ambiente e Territorio. “Nel 2010 – spiega il Capitano dell’Esercito Emiliano Cappello – sono stati ammessi ai finanziamenti ministeriali nell’ambito del POI Energia tre progetti presentati dal Ministero della Difesa per un totale di 1 milione di euro. Si trattava di due impianti fotovoltaici -uno da 200 kWp presso la scuola specialisti di Caserta e di uno sulla base di Palese (BA)- e di un impianto geotermico presso la base di Amendola (FG). Grazie al bando 2011, invece, potremmo contare su 1,350 milioni di euro per il solar cooling nelle basi di Palese e Gioia del Colle. Al momento – prosegue – abbiamo presentato al Ministero dell’Ambiente, nell’ambito del POIN, 4 progetti significativi, uno per ciascuna forza armata. L’Esercito per la scuola militare Nunziatella, la Marina per il comprensorio logistico situato presso la base navale di Taranto, l’Aeronautica per la scuola di Pozzuoli e il Corpo dei Carabinieri per la caserma Caretto. In totale si tratta di lavori per circa 30 milioni di euro da svolgere in aeree sottoposte a vincoli ambientali e su infrastrutture storiche di alto pregio per cui particolare cura deve essere posta anche relativamente alla progettazione degli interventi”. Il lavoro del GLOE prosegue indirizzandosi verso nuovi progetti e obiettivi: a breve dovrebbe essere bandita la copertura fotovoltaica di 9 caserme per un investimento di circa 16 milioni di euro che verrà finanziato con fondi in concessione.
Spesso tali iniziative riguardano progetti importanti in grado di incidere anche sull’attività produttiva del territorio. Basti pensare che è stato recentemente ultimato un primo lavoro in concessione sulla Cecchignola (riducendo del 50% i costi dei consumi energetici) che con i suoi 14 milioni di euro di impegno di spesa ha rappresentato uno tra i più importanti lavori di questo ultimo periodo svolto sull’intero territorio romano. Anche per altri progetti, infine, si guarda ai fondi europei. “Stiamo valutando -spiega il generale Peluso- la realizzazione di impianti minieolici sui ponti radio, infrastrutture di telecomunicazione che consentono di abolire il cablaggio ma che presentano notevoli difficoltà dal punto di vista della manutenzione e dell’approvvigionamento energetico. Si tratta, infatti, di installazioni poste solitamente su rilievi montuosi (e quindi ventosi) e alimentate principalmente mediante gruppi di continuità che sfruttano fonti fossili con notevoli emissioni di CO2. L’installazione di pale minieoliche potrebbe garantire l’autonomia energetica di queste strutture con benefici non solo per la Difesa ma anche per l’economia con l’indotto che ne deriverebbe e soprattutto per l’ambiente”. La tematica ambientale torna centrale anche parlando dei porti militari, come nel caso della base navale di Taranto: “Si sta valutando un innovativo impiego del sistema trigenerativo – spiega il Capitano di Fregata Marco Baglioni – per l’alimentazione delle navi ormeggiate. La fornitura di energia da terra consentirebbe alle navi attraccate in porto di abbattere l’impiego dei motori diesel di bordo e di sfruttare, in questo modo, energia da fonti più pulite in modo più efficiente e meno inquinante. Tale progetto, da realizzarsi in concessione, risulterebbe un progetto pilota da riprodurre su tutte le basi navali della Marina e sarebbe primo nel suo genere, anche in ambito commerciale”.
Per facilitare la gestione dei contratti e dei fondi disponibili è stata creata Difesa Servizi Spa, una società “in house” il cui socio unico è il Ministero della Difesa ed il cui scopo è quello di “fatturare/contabilizzare” tutte le possibili iniziative valorizzabili economicamente che la Difesa può presentare al libero mercato. Tra i compiti affidati a Difesa Servizi, vi è la gestione degli immobili militari anche attraverso la valorizzazione energetica tramite l’installazione di pannelli fotovoltaici. Attraverso le sue attività tale società consente di incamerare risorse economiche da utilizzare per realizzare gli investimenti necessari per finanziare i prossimi progetti. Il potenziale della Difesa nel campo energetico (sia come risparmio che come produzione) è enorme: le aree militari potenzialmente impiegabili per la realizzazione di impianti fotovoltaici contano circa 600 ettari (500 a terra e 100 di tetti). “La nostra intenzione è quella di sfruttare le risorse in base alle caratteristiche del territorio – conclude il generale Peluso – perciò abbiamo deciso di puntare al sud sugli impianti che sfruttino l’insolazione (per lo più fotovoltaici) mentre al nord privilegiamo la cogenerazione”. E poi c’è il già citato minieolico dei ponti radio, la riduzione dell’uso dei combustibili e carburanti fossili, la valorizzazione del tessuto industriale del territorio e l’efficientamento degli edifici. In due parole una vera e propria Strategia Energetica.
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