Salvaguardare le specie ittiche dell’Alto Po, al via il progetto Life Minnow

L'iniziativa è finanziata dal programma dell’Unione Europea Life Natura 2021–2027 e coordinata Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi (DBios) dell’Università di Torino

alto poSalvaguardare la biodiversità è un impegno che interessa tutto il Pianeta anche spazi davvero prossimi a noi che magari diamo per scontati o non siamo più abituati a guardare per ciò che sono. E’ il caso del bacino secondario dell’Alto Po dove per impedire il declino di sei specie di pesci tutelate dalla Direttiva Comunitaria “Habitat”, prende il via il progetto Life Minnow “Piccoli pesci, piccoli corsi d’acqua, grandi sfide: la conservazione delle specie minacciate negli affluenti dell’Alto Po”.

Si tratta di un’iniziativa finanziata dal programma dell’Unione Europea Life Natura 2021–2027 e coordinata Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi (DBios) dell’Università di Torino. Tra i partner con Istituto Delta Ecologia Applicata, Città Metropolitana di Torino, Politecnico di Torino, Provincia di Cuneo, Provincia di Vercelli, Ente di Gestione delle Aree protette del Po Piemontese, Provincia di Alessandria.  Regione Piemonte e IREN sono cofinanziatori.

Le azioni di Life Minnow per tutelare la biodiversità

Le attività previste dal progetto Life Minnow sono diverse e guardano sia al ripristino della connettività dei luoghi che al combattere le specie alloctone. “Il progetto tutela sei specie di pesci endemici, quindi esclusive del bacino del Po. Come il Cubite mascherato o la Lampreda, l’Alaska. Sono  specie al limite della loro capacità di sopravvivere in un ambiente naturale” spiega il Prof. Stefano Fenoglio, docente di DBios e coordinatore del progetto.

Abbiamo individuato diversi ostacoli che impediscono la connettività dei 21 corpi idrici oggetto della nostra azione”. Un aiuto anche per aiutare la sopravvivenza delle specie ittiche messe a dura prova anche dalla siccità. “Ripristinando queste connessione aiutiamo i pesci a tornare alla naturalità delle migrazioni. Potendosi così muovere da un’corpo idrico che ha meno acqua in un determinato periodo a un altro più fornito”. Si tratta di barriere per lo più messe dall’uomo per ragioni prevalentemente agricole e come tali vi si può agire. “Cercheremo di farle diventare permeabili al passaggio dei pesci così che le potranno attraversare”. Al momento ne sono state individuate diciassette.

Altro tema la lotta alle specie alloctone “Ci sono specie come i siluri che sono stati inseriti nell’habitat in modo più o meno legale da altri paesi per favorire la pesca sportiva. Queste specie sono rimaste e stanno danneggiando la nostra biodiversità”.

La tutela della biodiversità nell’alto Po guarda all’economia circolare

La depurazione dei corpi idrici sarà affrontata in ottica di economia circolare. Per questo la lotta alle specie alloctone sarà accompagnata da un recupero di biomassa segnerà l’avvio di una nuova filiera della mangimistica in collaborazione con un’azienda del territorio.

Il progetto consentirà di coinvolgere diversi gruppi d’interesse della comunità locale, tra cui pescatori, studenti e cittadini, ampliando la rete dei volontari che parteciperanno alla conservazione di queste specie.

C’è grande attenzione a questo tema da parte degli studenti“, sottolinea il professore “A volte i nostri stessi studenti hanno un’idea della biodiversità e della natura perché vedono dei documentari alla TV. Magari non ci si accorge che proprio vicino a noi ci sono specie animali in pericolo di estinzione”.  

Al via un tavolo intersettoriale per favorire il dialogo tra le parti

Dal progetto partirà anche un tavolo intersettoriale per favorire lo sviluppo sinergico di future programmazioni e aumentare il confronto tra enti e comunità. All’iniziativa partecipano: la Regione Piemonte con i settori di Tutela delle Acque, Tutela del territorio, Agricoltura e Pesca Sviluppo sostenibile, biodiversità e aree naturali; Autorità di Bacino del Fiume Po, AIPO, ARPA Piemonte.


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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.