Nelle prossime settimane al Parlamento europeo verrà discussa la direttiva sulle energie rinnovabili.
Le associazioni della filiera foresta-legno-energia scrivono al ministro Pichetto Fratin per chiedere l’opposizione dell’Italia all’applicazione dei limiti di utilizzo della biomassa legnosa primaria per la produzione di energia.
Il confronto in sede comunitaria
Le Associazioni di rappresentanza della filiera foresta-legno-energia e della filiera della componentistica della cogenerazione chiedono al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, che il Governo italiano assuma una posizione contraria alla definizione di biomassa legnosa primaria in vista del trilogo europeo.
L’evento è previsto a Bruxelles a fine novembre. Verrà discussa la direttiva sulle energie rinnovabili (RED III).
Le Associazioni firmatarie, Aiel, EBS, Elettricità Futura, Fiper e Italcogen-Anima, esprimono preoccupazione per l’attuale orientamento europeo. Se confermato, sarebbe impossibile utilizzare la biomassa proveniente dalla corretta manutenzione e pulizia dei boschi per la produzione di energia termica ed elettrica.
A un anno dalla sottoscrizione del Manifesto delle Bioenergie, che garantisce la continuità del parco impianti esistenti (energia programmabile e flessibile), promuove una gestione corretta e necessaria dei boschi italiani e, infine, a favorire lo sviluppo e il consolidamento della filiera bosco-legno energia.
La definizione di biomassa legnosa primaria, è stata introdotta dal Parlamento europeo nel corso dell’adozione della RED III dello scorso 14 settembre.
La gestione della biomassa legnosa
L’applicazione di tale definizione impedirebbe la valorizzazione dei residui legnosi derivanti dalla gestione forestale sostenibile, in antitesi con il principio dell’uso a cascata richiamato dalla stessa direttiva.
Infatti, la nuova definizione ostacola l’uso energetico di tutti i residui forestali privi di altro uso commerciale perché di bassa qualità.
La sola definizione di biomassa legnosa primaria non rappresenta quindi un parametro adeguato a determinare la sostenibilità della biomassa stessa.
Per il nostro Paese, inoltre, tale definizione ostacolerebbe la Strategia Forestale Nazionale di recente emanazione, rallentando lo sviluppo circolare dell’economia del legno.
I governi di Francia e Spagna hanno già dato parere negativo a questo orientamento e voteranno per l’abrogazione della definizione. Le Associazioni chiedono perciò che il Governo italiano si allinei a tale posizione.
Le bioenergie rappresentano la principale fonte energetica rinnovabile impiegata in Italia e in Europa. Offrono anche una soluzione matura e affidabile, prontamente disponibile, programmabile, conveniente ed efficiente con cui raggiungere gli obiettivi energetici e di decarbonizzazione.
Infine, nell’attuale momento storico, le bioenergie concorrono a pieno titolo alla diversificazione del pacchetto energetico, alla riduzione della dipendenza da altri Paesi, al contrasto del caro energia e allo sviluppo delle economie sul territorio.
I benefici
Questi vantaggi sono spiegati guardando alcuni dati. Le bioenergie rappresentano il 60% della quota di energia rinnovabile in Europa, ricoprendo il 13% del mix energetico. Generando quasi un milione di posti di lavoro.
In Italia contribuiscono al 43% della produzione rinnovabile e all’8% dei consumi totali, con un potenziale sufficiente a sostituire oltre 10 miliardi di metri cubi di gas (più del 30% del gas importato annualmente dalla Russia). I vantaggi economici superano i 37 miliardi di euro/anno.
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