- Dopo il calo del 2020, nel 2021 ripartono gli investimenti in edilizia
- Gli interventi sono destinati soprattutto a migliorare l’efficienza degli edifici, in primo luogo energetica, ma anche a garantire l’elettrificazione dei consumi
- Questo quanto emerge dallo Smart Building Report 2022 realizzato dall’Osservatorio dell’Energy&Strategy della school of Management del Politecnico di Milano
“Alcuni incentivi, in particolare il Superbonus, hanno avuto il merito di riportare l’attenzione sull’efficienza energetica degli edifici e di dare una forte spinta al mercato – commenta Federico Frattini, responsabile dell’Osservatorio e vicedirettore dell’Energy&Strategy Group.
Gli incentivi però secondo Frattini hanno anche “generato dinamiche ingestibili, a partire dall’aumento smisurato dei prezzi”. Nonostante ciò restano un elemento centrale per centrare gli obbiettivi della transizione ecologica “ma l’analisi che abbiamo condotto indica che dovrebbero essere strutturali, avere procedure più snelle e rendere il cittadino co-partecipe dei costi almeno per il 10-15%”.
Di fatto suggerisce il vicedirettore dell’Energy&Strategy “andrebbero introdotti come nel resto d’Europa obblighi stringenti per migliorare progressivamente il patrimonio edilizio, particolarmente datato: le performance degli edifici dovrebbero essere tutte misurate, dando un senso alle tante certificazioni che al momento risultano frammentate e non cogenti”.
I numeri degli investimenti in edilizia del 2021
Ammonta a circa 9,5 miliardi di euro il giro d’affari nel 2021, +25% rispetto al 2020. A cui vanno aggiunti i 38,560 miliardi tra superfici opache (i cosiddetti “cappotti”) e vetrate.
Attualmente il tasso annuo di ristrutturazione profonda in Italia è dello 0,85% e permette di tagliare i consumi tra i 4 e i 5,5 TWh all’anno e le emissioni tra 0,8 e 1,1 MtonCO2.
Gli incentivi vanno razionalizzati
Su quali sostegni bisogna puntare? Gli operatori a questa domanda hanno risposto in modo sorprendente. Andrebbero mantenuti Ecobonus, Sisma bonus, Bonus ristrutturazione, Bonus verde e Bonus idrico.
Fornendo, però una pubblicità migliore, ampliare la platea dei beneficiari, chiarire le regole e dare maggior stabilità al processo, legando gli interventi ammessi a un effettivo risparmio energetico.
Pollice verso, invece, per il Bonus facciate e quello per mobili ed elettrodomestici. Anche il Superbonus 110% avrebbe bisogno di una profonda revisione.
Per quanto abbia avuto il merito di riaccendere i riflettori sul tema dell’efficienza energetica degli edifici, portando grandi risultati in termini economici e occupazionali. Tuttavia, il blocco della cessione dei crediti dovuto alla saturazione di capacità delle banche e l’annullamento dei benefici di concorrenza causato dall’aliquota al 110% hanno creato importanti inefficienze di mercato. Tra queste: l’aumento esponenziale dei costi di personale e materie prime.
L’ideale sarebbe dunque quello di modificarlo, ad esempio riducendo l’aliquota all’85-90% e rendendolo uno strumento stabile, con regole di ingaggio chiare.
Cosa è un edificio intelligente? Solo il 9% lo sa
Un’indagine condotta su circa 2500 individui volta a comprendere la conoscenza e l’esperienza delle famiglie in fatto di edifici intelligenti e dei benefici che rappresenta ha fornito una diagnosi esaustiva. Si conferma la scarsa conoscenza sull’argomento.
Appena il 9% si ritiene bene informato, soprattutto giovani (generazioni Y e Z) che abitano in grandi comuni del Nord Italia. Anche se la grande maggioranza del campione, l’85,7%, ha avuto almeno una volta esperienza diretta di tecnologie di gestione intelligente.
Gli elevati costi di installazione restano la barriera principale alla diffusione di tecnologie intelligenti. Rendendo la scelta dettata più da motivi economici che da una reale consapevolezza di tutti i benefici ottenibili.
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