- La società di consulenza WTW ha esaminato 62 Paesi e territori del mondo emergente per determinare quali abbiano introdotto le più ambiziose politiche per il clima.
- Cile, Malesia, Filippine, Bangladesh e Senegal guidano la classifica.
Quali nazioni hanno incluso la crisi climatica fra le priorità dell’agenda politica? È la domanda cui risponde il Political Risk Index 2022 di WTW, società di consulenza che opera su scala internazionale.
Il report, redatto in collaborazione con Oxford Analytica, riguarda 62 Paesi e territori del mondo emergente cui è stato assegnato un punteggio da uno a cinque punti. E dimostra che i più virtuosi dal punto di vista dell’azione per il clima sono quelli più vulnerabili di fronte alle conseguenze del riscaldamento globale, insieme a quelli che vantano un apparato pubblico più efficiente. Al contrario, gli Stati che dipendono ancora dai combustibili fossili sono gli stessi che investono meno nelle politiche di adattamento e mitigazione.
La classifica
Cile, Malesia, Filippine, Bangladesh e Senegal hanno totalizzato quattro punti su cinque. Libia, Turkmenistan e Myanmar ne hanno ottenuto uno solo; ciò significa che hanno assegnato un peso minimo o nullo agli obiettivi climatici. Tutti gli altri territori hanno realizzato punteggi medi.
Dei 50 Paesi che, stando alla Notre Dame Global Adaptation Initiative, dovrebbero essere maggiormente colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici, 41 sono nella categoria più bassa di reddito pro capite.
L’impegno crescente di Asia e Africa
Guardando ai continenti nella loro interezza e non ai singoli Stati, l’Asia e l’Africa guidano il mondo emergente in fatto di impegno per il clima: “I nuovi modelli di ‘sviluppo verde’ messi in campo da molti Paesi africani potrebbero servire da esempio per il resto del globo”, commenta Maurizio Arecco, Head of Specialties & Head of Branches di WTW.
“Il clima è sempre stato un fattore di rischio politico. Comprendere la vulnerabilità di un Paese agli shock climatici sarà sempre più importante per gli investitori”, aggiunge Roberto Curridori, Head of Credit & Surety di WTW. Ed è necessario il coinvolgimento di ogni singolo governo se si vogliono centrare gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi, così da mantenere l’aumento delle temperature medie globali entro gli 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali.
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