Realizzare un’infrastruttura di distribuzione dei carburanti gassosi (GPL e GNL) per riuscire a decarbonizzare il settore trasporti. Un passo verso l’uso di combustibili alternativi è stato fatto lo scorso 16 settembre (che, coincidenza, è stato il primo giorno della Settimana euorpea della mobilità sostenibile) con l’approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto combustibili alternativi di recepimento della direttiva UE sull’infrastrutturazione dell’Italia.
Il decreto “rappresenta un primo importante passo in avanti nel percorso che condurrà il Paese verso una più larga diffusione del GPL e del GNL carburanti nel settore dei trasporti”, ha commentato in nota stampa Francesco Franchi, Presidente di Assogasliquidi, l’Associazione di Federchimica che rappresenta le imprese del comparto distribuzione gas liquefatti (GPL e GNL) per uso combustione e autotrazione.
Per il GPL, in particolare, è previsto un piano di sviluppo sia nel settore dei trasporti stradali che in quello della nautica diportistica e commerciale. Per il primo punto si punta a una continuità delle politiche in corso in materia di distribuzione stradale e di fiscalità, sul prodotto (accise) e sulle auto alimentate con questo carburante (bollo auto). Per il settore nautico sarà realizzata almeno una stazione di rifornimento in ogni Regione entro il 2025; per il trasporto terrestre si favorirà l’armonizzazione dei provvedimenti di esenzione dei veicoli a GPL dai blocchi del traffico nelle aree urbane.
“Le nuove disposizioni delineano un quadro chiaro ed uniforme per il rilascio delle autorizzazioni sugli impianti di approvvigionamento – prosegue Franchi in nota -, che consentirà agli imprenditori di sviluppare gli investimenti in tale segmento di business e al nostro Paese di disporre di punti di approvvigionamento sul territorio, con benefici in termini di costi, sicurezza di approvvigionamento e diversificazione delle fonti energetiche in un’ottica di riduzione delle emissioni inquinanti”.
Questa misura contribuisce a lastricaredi salubrità la strada verso la decarbonizzazione dei trasporti: al 2030 è prevista una riduzione delle emissioni di CO2 di 3,5 mln di ton, di particolato di 67 ton e di NOx di 21 mila ton rispetto a uno scenario dove gli interventi pubblici sono assenti (dati Fondazione per lo sviluppo sostenibile).
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