A fine marzo 2021, dopo più di trent’anni di attività, è stato spento il fornodel termovalorizzatore di Sesto San Giovanni. Al suo posto, nel 2023 sorgerà una BioPiattaforma, progetto sviluppato da Gruppo Cap e ZeroC, che consentirà di trattare i fanghi da depurazione e la frazione umida dei rifiuti. Quello che nascerà è un progetto innovativo dal punto di vista tecnologico, ma lo è anche dal punto di vista delle relazioni con il territorio: Gruppo Cap ha infatti scelto di avviare un percorso partecipativo per condividere con i cittadini di Sesto San Giovanni e di tutti i comuni coinvolti nel progetto (Sesto San Giovanni, Cologno Monzese, Pioltello, Segrate, Cormano) le informazioni e confrontarsi con loro, e ha scelto di farlo fin dalla fase di elaborazione del progetto preliminare.
BiopiattaformaLab, il percorso partecipativo
BiopiattaformaLab, il percorso partecipativo sul progetto preliminare della Bipoiattaforma, si è ispirato al Dibattito Pubblico, strumento in vigore in Francia da più di vent’anni e adottato nel nostro paese con la riforma del codice degli appalti del 2016, ed è stato articolato in un ciclo di 5 incontri pubblici che si sono svolti a Sesto San Giovanni tra ottobre 2018 e marzo 2019. Il percorso ha permesso ai cittadini di conoscere in maniera approfondita il nuovo impianto, di sviscerare anche gli aspetti più critici o tecnici: tecnologie adottate, impatto ambientale, emissioni, emissioni odorigene, aspetti economici e sociali. Un confronto trasparente, innanzitutto, che, grazie all’intervento di esperti terzi, oltre ai progettisti di Gruppo CAP, ha scandagliato diversi aspetti del progetto – impatto ambientale, emissioni odorigene, aspetti paesaggistici, aspetti economici, gestione complessiva del ciclo dei rifiuti, tempi, compensazioni – e ha consentito ai cittadini di far presente le loro preoccupazioni, i dubbi, le domande, ma anche di avanzare idee e proposte per migliorare il progetto.
BiopiattaformaLab si è richiamato formalmente al Dibattito Pubblico nei suoi step conclusivi. In un ultimo incontro, infatti, la coordinatrice ha presentato pubblicamente la Relazione Finale, documento ufficiale in cui, oltre a fornire un resoconto complessivo del percorso, ad analizzare i diversi punti di vista espressi, sono state esplicitamente indicate proposte e richieste di intervento sul progetto emerse durante il Dibattito. La scelta di Gruppo Cap, esplicitata in un ulteriore successivo incontro, è stata quella di inserire direttamente le richieste dei cittadini, almeno quelle che si focalizzavano su aspetti progettuali concreti, per esempio quelle che riguardavano l’abbassamento delle emissioni, nel capitolato di gara per il progetto definitivo.
I cittadini hanno inoltre chiesto di avere degli strumenti autonomi per monitorare in maniera indipendente l’attività e l’impatto del nuovo impianto sul territorio e sulla salute degli abitanti. Per rispondere a questa richiesta, si è di fatto avviato un secondo percorso partecipativo, che ha messo intorno a un tavolo associazioni del territorio, le amministrazioni coinvolte e le due società, e che ha portato alla nascita di un Residential Advisory Board (R.A.B.), organismo consultivo della comunità locale. Oggi il RAB è attivo e ha già portato a compimento alcune azioni importanti.
La disponibilità a mettersi in gioco e ad ascoltare dimostrata da tutti gli attori coinvolti, a cominciare dai tecnici, insieme alla scelta, non scontata, di dare continuità al coinvolgimento degli abitanti, ha consentito di ristabilire un reale clima di fiducia reciproca: il risultato più importante per ogni percorso partecipativo. Questi valori e aspirazioni sono alla base del neonato servizio FacilitAmbiente, una collaborazione tra Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Camera Arbitrale di Milano, che ambisce non solo all’organizzazione di percorsi di partecipazione e facilitazione, ma anche alla creazione di un clima di fiducia tra aziende, pubblica amministrazione e cittadini e alla promozione di un modello di cittadinanza attiva.
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